Dai due gol all’esordio in Serie A, agli infortuni, fino al ritiro: ecco chi è oggi Guido Marilungo, che si racconta in un’intervista a TvPlay
Era il gennaio del 2009 e Marilungo, dopo aver dimostrato di essere un buon attaccante in Primavera, sigla una doppietta all’esordio in Serie A con la maglia della Sampdoria. Due gol al Palermo, che in qualche modo gli cambiano la vita.
“All’esordio in Serie A feci due gol, non capii molto. Dopo la prima rete, entrai in un mondo che non mi sembrava vero. Fino ad una settimana prima giocavo in Primavera, con 50 spettatori – dice Guido ai microfoni di TvPlay – Non ricordo cosa mi dissero i compagni a fine partita. La prima cosa che pensai era abbracciare mio padre“.
La sua carriera prosegue al Lecce in Serie B, dove contribuisce in gran parte alla promozione in Serie A con 13 marcature; poi il passaggio all’Atalanta, quindi Cesena, Lanciano, Empoli, Spezia e varie esperienze in Serie C. Il ritiro a 24 anni, ma ora vive a Lecce, lì dove ha conosciuto l’amore della sua vita.
Tra i club che hanno lasciato qualcosa nel cuore di Guido Marilungo, c’è anche chiaramente la Sampdoria che l’ha lanciato: “Tre squadre mi hanno lasciato grandi cose: Sampdoria, Atalanta e Cesena. Ho vissuto grandi emozioni. Appena arrivato all’Atalanta, e vissuto la famiglia Percassi, ho capito che potessero fare grandi cose”.
Rimpianti? Nessuno. L’ex attaccante sostiene a TvPlay di aver fatto il massimo e di aver esaudito il sogno di giocare nel massimo campionato italiano: “C’è stato qualche infortunio, ma io ho fatto quello che potevo”. In effetti, i problemi fisici accusati durante l’esperienza all’Atalanta gli hanno rallentato la crescita.
Tra i compagni di squadra avuti in carriera, c’era anche Fantantonio Cassano: “Sono stato due anni e mezzo con Cassano in squadra. Un po’ mi massacrava, ma mi voleva bene. Io correvo e poi la passavo a lui”.
Infine, alla domanda se ci sia un attaccante con le sue stesse caratteristiche, Marilungo risponde così: “Io mi sono sempre definito un giocatore fastidioso, forse Raspadori ha le mie caratteristiche. Lui è più forte di me. Se Jack ha sbagliato scelte? Dico che se sei un buon giocatore come lui e ti chiama la grande squadra, è giusto andare. Come ha fatto Raspadori. Poi se hai davanti Osimhen e Lukaku, èdifficile giocare”
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