Il Milan riflette dopo il pareggio con il Genoa ed i fischi ricevuti dai tifosi. Nuovo attacco frontale ad Ibrahimovic: la bocciatura è netta.
Il Milan si interroga dopo il pareggio ottenuto ieri in casa contro il Genoa, accolto alla stregua di una sconfitta. La serata era iniziata bene, con i festeggiamenti per i 125 anni del club ed i grandi applausi tributati dal pubblico alle leggende che, tramite le loro gesta, hanno scritto pagine indelebili della storia rossonera. Dopo il fischio d’inizio, però, l’atmosfera è cambiata in maniera radicale alla luce della pessima prestazione offerta dalla squadra di Paulo Fonseca.
Nessun cambio di ritmo, tanta passività ed un’eccessiva tendenza ad affidarsi a Rafael Leao in attesa di una sgasata: troppo poco per battere un Grifone tonico, rivitalizzato dopo lo sbarco in panchina di Patrick Vieira. Il pari (il quinto dall’inizio del campionato) complica sia la corsa verso lo scudetto che quella per un posto in Champions League. Il clima, nell’ambiente, non potrebbe essere più teso con il club costretto a registrare pure il forte malcontento del proprio popolo.
Tanti, infatti, i fischi ricevuti dalla squadra al termine dei novanta minuti. Contestato dai presenti allo stadio pure Zlatan Ibrahimovic, principale figura di riferimento del management rossonero. Lo svedese, fino a qualche mese fa, veniva idolatrato dai tifosi. Ora, invece, dagli stessi viene considerato uno dei principali responsabili della stagione tribolata fin qui vissuta, a causa delle ripetute assenze dal quartier generale milanista e delle scelte fatte in estate in sede di mercato. La frattura tra le parti, al momento, è netta: un’ulteriore spina da gestire per la società, intenzionata ad intervenire a gennaio al fine di potenziare la rosa a disposizione del tecnico portoghese.
Del ruolo svolto da Ibrahimovic nei quadri dirigenziali, nelle ultime ore, ha intanto voluto parlare Mauro Tassotti durante un’intervista rilasciata ai microfoni di ‘Radio Rai’. Netta, in tal senso, la bocciatura sul suo operato: “Fare il giocatore è una cosa, il dirigente è un’altra soprattutto con quelle responsabilità, anche se non sono chiarissimi i compiti. Ci vuole un po’ di esperienza, che Ibra non ha. Si sta facendo le ossa” le parole pronunciate dal monumento rossonero (581 presenze tra tutte le competizioni).
Ora starà ad Ibra cercare di invertire il trend e prendere gli adeguati giocatori. La luna di miele con i tifosi, nel frattempo, può ritenersi conclusa.
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