Quanto successo in casa United ha spaccato la tifoseria. La polemica non si placa e sembra estendersi a tutta la Premier League.
In questi ultimi anni il Manchester United non ha dato particolari gioie ai suoi tifosi. La vittoria della Premier League manca ormai da troppi anni e, sebbene qualche sparuto trofeo sia comunque arrivato, il livello di successo in casa United non è minimamente paragonabile a quello dei decenni scorsi. Il recente avvicendamento in panchina, fuori Ten Hag dentro Amorin, è solo l’ultimo tassello di un periodo maledetto.
Polemiche per i risultati, polemiche sul mercato, e anche polemiche per alcune scelte che con il calcio giocato c’entrano poco. L’ultima, in ordine di tempo, potrebbe creare un’ulteriore spaccatura tra la società e il tifo, ma anche dentro il tifo stesso. Protagonista della vicenda il centrocampista marocchino Noussair Mazraoui. Pietra dello scandalo il rifiuto da parte del calciatore di indossare una divisa a tema LBGTQ+ durante il riscaldamento e l’ingresso in campo.
Adidas aveva confezionato un kit prepartita speciale per lo United che avrebbe dovuto servire come testimonianza di vicinanza alla comunità LGBTQ+. Mazraoui ha però fatto sapere che questa cosa sarebbe stata in contrasto con i suoi principi religiosi. Il calciatore infatti è un musulmano praticante e, fatto presente ciò ai compagni e alla società, avrebbe quindi riferito loro di non voler scendere in campo con la divisa speciale.
Mazraoui rifiuta la divisa pro-LGBTQ+: la risposta dello United scontenta parte dei tifosi
Non senza qualche resistenza da parte di alcuni compagni di squadra, che avrebbero voluto indossare la maglia, lo United ha deciso che l’intera squadra non l’avrebbe indossata. Una scelta che, per quanto comprensibile circa la volontà di evitare che Mazraoui diventasse bersaglio di critiche, si è però rivelata un problema. Come riporta The Athletic, al di là della spaccatura nello spogliatoio, anche alcune frange di tifosi dello United si sono schierati contro questa decisione inondando immediatamente i social con messaggi di protesta nei confronti del calciatore e del club. Anche se non ufficialmente, anche l’Adidas, sponsor tecnico dello United, non sarebbe stata contenta del fatto che la squadra non ha indossato la divisa appositamente prodotta.
Quella di Mazraoui è comunque solo l’ultima polemica di un weekend che è stato molto complicato. Infatti anche il capitano dell’Ipswich Town, Sam Morsy, pure lui musulmano praticante, si è rifiutato di indossare una fascia arcobaleno nelle due partite coincidenti con il Raimbow Laces, il periodo dell’anno in cui la Premier mostra sostegno alla comunità LGBTQ+. Per Marc Guehi, capitano del Crystal Palace, c’è invece stato un richiamo ufficiale dopo che il calciatore, pur indossando la fascia arcobaleno, aveva però scritto “I love Jesus” su di essa, contravvenendo quindi alle regole di uniformità dell’equipaggiamento tecnico che prevedono fasce di capitano non personalizzate.