Jannik Sinner è ancora sotto attacco e adesso deve preoccuparsi sul serio: il numero uno del mondo riceve una mazzata dopo l’ultimo annuncio
Il 2024 del campione di San Candido sarà difficile da ripetere nella prossima stagione. Servono risultati straordinari per restare all’altezza delle aspettative e bisogna fare i conti con avversari di valore assoluto.
La stagione di Jannik Sinner si è conclusa in gloria, con la vittoria alle ATP Finals e la seconda Coppa Davis consecutiva. Nessuno è riuscito a tenere il suo passo, nemmeno quel fenomeno di Alcaraz, vincitore di Wimbledon e Roland Garros in questo 2024. Lo spagnolo ha battuto l’azzurro nella finale di Pechino, ma negli ultimi tornei non ha mantenuto le aspettativi. Troppi alti e bassi che gli sono costati anche la seconda posizione del ranking ATP, in favore di Zverev.
Sinner ha battuto Alcaraz anche nella ricchissima esibizione del Six Kings Slam a Riad, con tre tiratissimi set. Prima aveva avuto la meglio anche di Novak Djokovic, che nel 2024 (a partire dall’Australian Open) non è riuscito mai a batterlo. L’idea di tutti è che il serbo potesse essere ormai nella parabola discendente della sua carriera, anche se come dimostrato alle Olimpiadi ancora in grado di dire la sua quando il fisico glielo consente. In realtà sentendo parlare il fuoriclasse di Belgrado non c’è tutta questa idea di abdicare così presto.
Intervistato in esclusiva da Sportweek, Djokovic ha rivelato: “Sinner me lo ricordo quando aveva 14 o 15 anni e, già allora, ne parlavamo bene. Non mi sorprende vederlo oggi a questi livelli, avendolo seguito con attenzione in tutti questi anni, osservando il suo modo di giocare e di strutturarsi”.
Poi però lancia la sfida per il 2025: “Posso ancora sfidare sia lui che Alcaraz il prossimo anno”. Un Djokovic che non vuole mollare il circuito e anzi rilancia. Un passaggio poi molto sportivo anche sulla fantastica annata del tennis italiano, concluso con la doppietta Davis-Billie Jean King Cup: “Sono rimasto impressionato dai risultati. Il successo di oggi è la logica conseguenza di tutti gli investimenti fatti nei giocatori, negli allenatori, nei club“. Insomma un plauso al movimento azzurro e al presidente Binaghi. Non male per un campione che tennisticamente si è formato anche nel nostro paese.
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