Santiago Sabatini (figlio di Walter): “Se Ranieri chiama, papà tornerebbe subito alla Roma”

Il figlio di Walter Sabatini è intervenuto in diretta su TvPlay e ha parlato dell’opportunità di vedere il ritorno del dirigente alla Roma

SE RANIERI CHIAMASSE PAPA’ ACCETTEREBBE SENZA PENSARCI DUE VOLTE“- “Se dovesse chiamare Ranieri? Ovvio, non ci penserebbe nemmeno due volte e accetterebbe l’incarico. Il suo più grande sentimento “contro” la Roma da quando è andato via, è stata la gelosia di non avere la Roma. Voleva stare lui nel club, non voleva vedere gli altri fare gli errori. Voleva sbagliare lui. A papà ho detto che se ci fosse una piccola percentuale per un ritorno alla Roma, deve mettersi in forma”.

QUANDO WALTER SABATINI ERA DS DELLA ROMA NON DORMIVA MAI” – “Ho vissuto papà alla Roma quando ero piccolo. Ho sempre sperato di rivederlo nel suo ufficio. Lo vorrei vedere nella mia squadra, per come pensa, per come ragiona. Alla Roma era diventato una sorta di robot. Era il direttore sportivo del club, non era più Walter Sabatini. Non andava mai a dormire. Era solo ds della Roma. Pensava a chi prendere, agli allenamenti, ai ragazzi, doveva chiamare Iturbe, doveva chiamare Frattesi per dirgli che sarebbe diventato il migliore in Serie A, doveva mettere la clausola lì…Praticamente in quel periodo papà non l’ho vissuto. Per questo ora lo vorrei vedere in quel contesto, per viverlo meglio”.

SABATINI LEGATO AI COLPI DZEKO E MARQUINOS” – “Il colpo a cui più è legato Walter Sabatini? Vi dico la verità, cambia un po’ versione ogni volta. Dipende dal contesto. Spesso dice Dzeko, per l’operazione. La gioia che gli ha messo fare Dzeko e vedere tutta quella gente felice all’aeroporto non l’ha vista per nessun altro. E’ legatissimo anche a Marquinos. Fu una bella intuizione. Lui mi insegna sempre che devo ascoltare le persone. In quel caso per Marquinos lui era in ufficio. Beccaccioli aveva visto dei video, salì nel suo ufficio e gli disse di dare un’occhiata a Marquinos. Si è fidato, vide quelle immagini in cui faceva un recupero di 30-40 metri. Poi partì per il Brasile e andò a prenderlo.

NELLA ROMA DI PALLOTTA MANCATA UMANITA’” – “Nella Roma di Pallotta è venuta a mancare un po’ di umanità. La stessa che manca forse ora. Tramite fonti, ho saputo di tanti licenziamenti. Quando viene a mancare l’umanità, il calcio non funziona, si sfalda. Il calcio è umano, non è freddo”

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