Alla vigilia del confronto di campionato con l’Inter allo Stadio Olimpico arrivano per la Roma delle considerazioni molto importanti.
La ripresa del campionato per la Roma sarà piuttosto impegnativa, poiché nel penultimo fine settimana di ottobre aprirà le porte dell’Olimpico per ospitare l’Inter di Simone Inzaghi, attuale campione in carica. Un match da vertice, che potrà rappresentare una prima sfida verità per un club che deve confermarsi quale quello nerazzurro e i giallorossi che hanno da poco intrapreso un nuovo percorso con la guida tecnica di Ivan Juric, dopo la destituzione dal ruolo di allenatore di Daniele De Rossi.
Di certo non un ambiente del tutto sereno, che richiede il massimo dell’impegno e delle dimostrazioni da parte della proprietà dei Friedkin, quanto mai messa in discussione dall’ambiente tutto. Compiendo un salto indietro, l’imprenditore statunitense ha acquisito il club della Capitale il 17 agosto del 2020, dopo la firma di un contratto preliminare di compravendita da James Pallotta, che aveva preceduto i Friedkin al comando.
L’ex presidente della Roma, anche lui statunitense di origine italiana, ha vissuto anni complicati in città dal punto di vista delle critiche a causa della mancanza di trofei durante la sua gestione e per la preparazione all’addio di due bandiere quali Francesco Totti e Daniele De Rossi. A distanza di tempo proprio James Pallotta è tornato a parlare della Roma tra passato e presente.
Intervenuto a ‘cityrumors.it’, James Pallotta ha commentato l’opinione generale che sembra rimpiangere la sua epoca al comando della Roma rispetto a quanto stiano realizzando in favore del club gli attuali proprietari, ovvero i Friedkin. La presente dirigenza può comunque celebrare un titolo europeo quale la Conference League e un percorso soddisfacente con José Mourinho, uno degli allenatori più influenti del panorama calcistico internazionale, ma ciò pare non essere più sufficiente per mantenere gli equilibri positivi.
“Le contestazioni succedono”, ha affermato James Pallotta, il quale poi ha proseguito: “Io meglio dei Friedkin? Non sono tanto io a dirlo, quanto i numeri e punti che facevamo ogni anno. Basta guardare quelli, non c’è da aggiungere altro…”. L’ex numero uno della Roma rimanda alle statistiche i giudizi più definitivi, che finiscono per essere i suoi oggettivi. Di certo ci sarà un solo modo per i Friedkin di riprendere la situazione: i risultati del campo e le anelate infrastrutture per la Roma del domani.
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