Infortunio Napoli, non solo Lobotka: l’annuncio fa scattare l’allarme

Napoli, attenzione a quello che succede ora dopo l’infortunio di Stanislav Lobotka. Questa non ci voleva, l’annuncio che arriva in diretta fa scattare l’allarme tra tifosi e addetti ai lavori: cosa succede?

Non è una settimana semplice, quella che è appena cominciata per il Napoli di mister Antonio Conte. L’infortunio di Stanislav Lobotka sta tenendo sotto scacco la tranquillità e la serenità di ambiente, allenatore e tifosi. Lo slovacco recita un ruolo da protagonista nello scacchiere azzurro e la sua presenza è fondamentale per le prossime gare. Empoli e Lecce sì, ma anche e soprattutto il ciclo terribile che si aprirà col Milan e che vedrà il Napoli affrontare presto tutte le big del campionato in un colpo solo (o quasi).

Per questo Antonio Conte vuole arrivarci con un’organico sano e all’altezza del proprio potenziale. Un qualcosa che dipenderà molto dagli esami strumentali alla quale verrà sottoposto Stanislav Lobotka. Anche perché ora è impossibile fare una previsione, parola del professor Enrico Castellacci ai microfoni di Radio Punto Nuovo: “Senza una diagnosi è inutile spingersi oltre – spiega l’ex medico della Nazionale italiana – Bisogna capire se sono stati coinvolti i flessori della coscia oppure è un problema al tendine del ginocchio, come scrivono in Slovacchia… Serve che prima arrivino gli esiti degli esami strumentali”.

Non solo Lobotka-Napoli, è allarme per i troppi infortuni

L’infortunio di Lobotka è l’ennesimo dovuto al sovraccarico di impegni al quale i calciatori sono sottoposti. Come presidente dell’AMICA, il professor Enrico Castellacci ha poi voluto lanciare l’allarme sui calendari troppo ingolfati: “Ne parlavamo in questi giorni durante un congresso dell’AMICA. Si gioca in maniera smoderata e questo è un problema grave, non può essere più ignorato”.

Infortunio Napoli, non solo Lobotka: l'annuncio fa scattare l'allarme
Castellacci, scatta l’allarme ora per il calcio europeo (LaPresse) tvplay.it

Anche perché Castellacci avverte: “Le strutture articolari e muscolari dei giocatori non possono fisiologicamente sopportare 75-80 partite all’anno… Sono numeri estremi che vanno ridotti nell’interesse della salute di chi va in campo. Purtroppo il business sta superando in maniera sistematica il problema sanitario. I calciatori se ne stanno accorgendo e da tempo hanno sottoposto il problema a UEFA e FIFA, che però continuano ad ignorare loro e i nostri appelli come medici dello sport”.

Le parole del professor Castellacci sono condivise da club e tesserati. L’ingolfamento dei calendari è un tema che sta costando caro a tutte le società europee, che da anni non si sentono ascoltate da chi organizza i calendari. L’allarme, intanto, è lanciato.

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