Stefano Mauri ha vissuto un momento molto complicato, che ha raccontato a TvPlay quando era uno dei talent.
Calciatore di grandissimo spessore tecnico si è dimostrato anche uomo di splendido carisma.
Nato a Monza l’8 gennaio del 1980, cresce tra le giovanili di Casati Arcore, Monza stesso e Brugherio. Proprio con questi ultimi esordisce ad alti livelli in Eccellenza nella stagione 1997/98. Passa l’anno dopo a Meda dove in un anno si ritrova catapultato dai dilettanti ai professionisti, arrivando in Serie C2. Tanto buone sono le sue prestazioni che lo chiama in cadetteria il Modena, promosso in Serie A e pronto a confermarlo anche nella massima categoria.
È lì che arriva la svolta della carriera di Stefano, tanto che l’anno dopo viene prestato al Brescia ancora in Serie A e nel 2004 viene acquistato dall’Udinese. Con i friulani dimostra di essere calciatore maturo e si conquista la maglia della nazionale che veste per la prima volta in una gara amichevole disputata a Messina il 17 novembre 2004 contro la Finlandia. Vestirà l’azzurro senza però partecipare né a Europei né a Mondiali ed è un peccato perché proprio nel 2006 l’Italia si laureerà Campione del Mondo.
Nel 2006 passa alla Lazio dove vive la fetta di carriera più lunga, giocando ad altissimi livelli fino al 2016 e collezionando tra Champions, Europa League, Coppa Italia e Serie A ben 303 presenze condite da 47 gol. Vincerà alla fine anche due volte la Coppa Italia e una la Supercoppa Italiana. Chiude la carriera al Brescia dove torna a giocare in B dopo sei mesi da svincolato.
Nel dicembre del 2011 la sua vita, personale e professionale, viene colpita dal coinvolgimento nell’inchiesta calcioscommesse. Solo molto tempo dopo sarà dimostrata la sua totale innocenza di fronte ad accuse che ne condizioneranno gli ultimi anni di carriera.
Stefano Mauri senza filtri
Stefano Mauri racconta quel periodo, a TvPlay, senza nessun filtro: “Io sinceramente non sento il peso più, ma nemmeno prima lo sentivo. È chiaro che quando leggi i giornali e il tuo nome viene messo in prima pagina e a caratteri cubitali e quando vieni assolto, e viene specificato che non c’entri niente, viene scritto piccolissimo in un angolo. Questa è la cosa che mi ha fatto rimanere più male. La cosa peggiore”.
Su chi gli è stato vicino spiega: “Dal punto di vista dello spogliatoio, dell’ambiente, il presidente, i tifosi, sono sempre stati dalla mia parte e lo sono ancora oggi. Devo solo ringraziare tutte le persone che componevano lo spogliatoio, lo staff, ma anche dirigenti, presidente e soprattutto i tifosi che hanno sempre dimostrato un affetto nei miei confronti e di credere in me e i fatti gli hanno dato ragione”.
Spiega questo Mauri: “Gioco d’azzardo e calcio? C’è relazione nella ludopatia tra mondo reale e mondo calcistico. Credo che sia un po’ diffusa questa situazione del gioco, non solo delle scommesse ma dell’azzardo in generale, nella società di oggi. Il calciatore fa il calciatore e non potrebbe fare determinate cose, ma è anche una persona come tutte le altre. Ci si possono trovare dei calciatori che hanno questo problema, le situazioni di Fagioli e Tonali le conosciamo bene ma non c’entrano niente con il calcioscommesse”.