Jannik Sinner non si arrende: il tennista numero 1 al mondo continua a lavorare sodo e rompe ancora una volta il silenzio per il processo WADA.
Jannik Sinner, a Pechino, ha dimostrato ancora una volta di non volersi arrendere e di avere una forza mentale fuori dal comune. In finale contro Carlos Alcaraz se l’è giocata fino all’ultimo punto e ha ceduto solamente al tie-break quando lo spagnolo è diventato ingiocabile. Ha perso una finale ma non la voglia di dimostrare le sue incredibili qualità e, soprattutto, la sua innocenza. La WADA ha infatti presentato ricorso per il caso Clobestol, motivo per il quale per l’altoatesino l’incubo non è purtroppo ancora finito.
L’Italia intera è insieme a Sinner in attesa di comprendere cosa succederà dopo la richiesta di appello dell”Agenzia Mondiale Antidoping’ presentata al ‘Tribunale Arbitrale dello Sport’. In sostanza la WADA ha condannato la decisione presa dall’ITIA (‘Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis’) di considerare il tennista italiano privo di colpa o negligente nella caso Clobestol e ha così richiesto per l’atleta un periodo di ineleggibilità di uno/due anni.
In conferenza stampa alla vigilia del Masters 1000 di Shanghai, Jannik Sinner è allora tornato proprio su questa questione. Innanzitutto, ha dichiarato: “Sono davvero felice di essere tornato qui, è un torneo speciale e molto bello. Ho appena finito la mia prima sessione di allenamento e mi sento bene. Cosa è cambiato rispetto al passato? Oltre che come giocatore credo di essere cresciuto come persona, quando sei giovane ogni anno è un passo avanti e sono cambiate tante cose negli ultimi dodici mesi“. Ma non è finita qui.
In conferenza, Sinner ha anche aggiunto: “Il successo non ha cambiato la mia mentalità e questo è molto positivo. Avere la mia famiglia e circondarmi di brave persone che mi danno supporto è molto importante per me, spero che anche l’anno prossimo potrò dire la stessa cosa”.
“Ricorso della WADA? Ne ho già parlato a Pechino – ha affermato il numero 1 al mondo – è stata una cosa che mi ha sorpreso ma sapevo che c’era questa possibilità. Collaborerò come ho sempre fatto, ma vediamo. Sono fiducioso che questa situazione si risolvi positivamente e sarei molto sorpreso se invece non fosse così“.
Insomma, la speranza è che questa storia possa chiudersi il prima possibile e positivamente visto che la non volontarietà e l’innocenza di Jannik erano già state accertate. Ora è tutto nelle mani del TAS di Losanna che ha ricevuto il ricorso presentato dalla WADA.
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