Ai microfoni di TvPlay è intervenuto l’ex calciatore e dirigente dell’Inter Marco Branca, che ha trattato di alcuni temi e particolari aneddoti.
“L’INTER DEL TRIPLETE E L’ADDIO DI THIAGO MOTTA. LE PAROLE SUL NEO ALLENATORE BIANCONERO”
– “Viviano? Io volevo che rimanesse e lui ha fatto di tutto per andare via. Lui è sempre stato un pò indipendente”, nel siparietto con i due. Inter del Triplete e i meriti? A distanza di abbastanza anni sento sempre l’affetto degli interisti, quando mi incontrano mi elogiano e fa parte del gioco. Come per Juve e Milan c’erano Agnelli e Berlusconi, per noi c’era Massimo Moratti e va benissimo cosi. L’addio di Thiago Motta per colpa mia? Credo che sia l’esatto contrario, io gli dissi che avrei preferito parlarne a fine campionato, lui voleva il PSG e voleva quest’esperienza già a gennaio. Io non ero assolutamente d’accordo. Mi fa piacere vederlo come allenatore ad alti livelli, è molto bravo. Un grande professionista e credo si stia meritando questo upgrade da Bologna alla Juventus”.
LE DIFFICOLTA’ DI MOURINHO NEGLI ULTIMI ANNI? “Io credo che il calcio sia un gioco di squadra, per cui deve funzionare tutto, dalla presidenza fino ai dirigenti di livello più inferiore e se non c’è una squadra che funziona anche chi è molto bravo come lui può trovare difficoltà”.
Un aneddoto sulla Fiorentina e sull’ostilità con Batistuta? “L’anno della tripletta dell’Udinese alla Fiorentina era l’anno dopo che io giocai alla Fiorentina e ricordo una battuta di Agroppi che – visto i miei primi due gol – lui sottolineò che la Fiorentina non li aveva subito nella sua gestione, in quanto ancora doveva sedersi in panchina”.
Poi Viviano ha chiesto a Branca qual è stato il giocatore che più lo ha deluso durante la sua esperienza da dirigente: “Nessuno perchè se si fa il dirigente quello che conta è la vittoria finale della squadra, uno vince quello che merita di vincere. Anche se uno ha grandissime qualità e non riesce, significa che manca qualcosa, non ci possono essere rimpianti. Uno ha fatto quello che poteva fare. Un colpo di cui andar fiero? Io sono contento di aver fatto parte di quel gruppo, della squadra (l’Inter) che ha fatto bene e ha vinto tanto”.
– L’ANEDDOTO SU MOURINHO E L’INTER QUASI FUORI DALLA CHAMPIONS – Un aneddoto riguarda la partita di Kiev dove partimmo e la squadra era decimata, io mi sono seduto in panchina con la squadra perchè non c’erano dirigenti. Ci sono due aneddoti, il primo è che Josè Mourinho fece una sfuriata forte e molto fisica, cercando di battere il pugno dei massaggiatori quasi si spaccò la mano. Poi ci fu un incomprensione sui cambi e lui in modo un pò colorito mi disse di aver sbagliato. Queste sono le cose che possono capitare nei gruppi, anche quelli vincenti”.
MIGLIOR MERCATO IN SERIE A? “Dal punto di vista della funzionalità e dell’idea dell’allenatore secondo me la Juventus, ha preso ogni pedina in funzione delle idee dell’allenatore, poi l’Inter non ne aveva bisogno perché già è forte così ed ha preso un grande attaccante, poi le altre si equivalgono. Sono contento per il buon inizio del Verona che ha un dirigente piuttosto bravo”. Lo scambio Vucinic-Guarin? “Sinceramente non lo so benissimo, ero nella fase finale del mio mandato e mi era stato chiesto altri 2-3 mesi per organizzare. Non so benissimo come sia andata nell’effettivo perché non ho partecipato”.
UN RICORDO SU VIALLI: “Il mio ricordo rappresenta un po’ la sensazione di moltissimi, un ragazzo pieno di vita e molto simpatico, un’entusiasta della vita ed è stato particolarmente difficile accettare questa cosa, soprattutto dagli ex compagni”.
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