Il mondo del calcio lancia il grido d’allarme. Il problema non è più rimandabile: cosa ha intenzione di fare la FIFA?
I campionati nazionali sono attualmente in pausa. Dopo le primissime giornate di campionato i club si sono fermati lasciando il posto alle varie nazionali. Un weekend lungo che vedrà diverse partite, prima della ripresa dei vari tornei domestici prevista per il prossimo fine settimana.
Sarà poi la volta delle coppe europee. La nuova Champions League che, a detta di chi l’ha ideata, dovrebbe garantire maggiore spettacolo e maggiori introiti. Nel frattempo il campionato prosegue, ci sono anche le coppe domestiche e nuovamente la pausa per le nazionali. Tutto d’un fiato, eccetto qualche giorno di pausa sotto natale e poi dovrebbe arrivare il Mondiale per Club ad allietare l’estate del 2025. D’altronde anno dispari non ci sono Mondiali o Europei. Ma non si giocherà un po’ troppo?
La pensa esattamente così la FIFPro. Per chi non la conoscesse la FIFPro è il sindacato mondiale dei calciatori professionisti. La scorsa stagione ha raccolto dati su 1500 giocatori, riassunti e analizzati poi nel rapporto Player Workload Monitoring 2023-2024, abbreviato in PWM Report. Cosa è emerso? Che si gioca troppo. Negli ultimi anni il numero di partite è esploso con conseguenze che impattano direttamente sulla salute dei calciatori che, nei casi più eclatanti, passano interi mesi a giocare continuamente (a cui bisognerebbe aggiungere anche i viaggi) senza avere la possibilità di riposare.
Più della metà dei 1500 calciatori monitorati ha fatto riscontrare carichi di lavoro eccessivi. Un terzo, parliamo quindi di un numero attorno ai 500 calciatori, avrebbe addirittura toccato quota 55 partite in stagione, con addirittura alcuni che non avrebbero riposato per sei settimane consecutive. Numeri allarmanti che inevitabilmente pongono un problema circa il numero di match che attualmente si giocano in stagione. Due casi esemplificativi sono quelli di Julian Alvarez dell’Atletico Madrid che ha partecipato a ben 75 partite tra il 2023 e il 2024 (all’epoca giocava con il Manchester City, ndr) e quello di Takumi Minamino del Monaco: tra fine della Coppa d’Asia e inizio degli allenamenti con il club c’è stato un solo giorno di riposo!
Sul banco degli imputati soprattutto i match internazionali. E’ infatti in ambito di questi incontri che negli ultimi anni si è registrato il maggior incremento. Ad oggi nel calendario di un calciatore professionista essi sono arrivati, tra club e nazionale, a pesare per ben il 30%. Alla FIFA adesso il non facile compito di coniugare le necessità economiche del calcio con quelle di salute dei calciatori.
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