La spedizione italiana a Parigi sta portando risultati positivi. C’è però un record particolare: bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
Il medagliere dell’Italia alle Olimpiadi di Parigi sta prendendo forma. In attesa delle ultime gare che vedranno gli atleti azzurri impegnati, le 36 medaglie fino a questo momento, 11 ori – 12 argenti – 13 bronzi, rappresentano comunque un bottino di tutto rispetto. Altre, come quelle dal volley femminile, arriveranno e si tratterà solo di stabilire il metallo.
Al momento gli azzurri sono nella top ten del medagliere, con un vantaggio abbastanza consistente (4 ori) nei confronti del Canada e con la Germania nel mirino a 12 ori. C’è però una particolare classifica dove l’Italia primeggia: quella delle quasi-medaglie. Purtroppo da sempre le olimpiadi assegnano un premio solo ai primi tre posti (al netto di qualche sport che prevede il doppio bronzo, ndr). Il quarto è insomma il ‘primo’ dei non vincenti. E, in questa particolare categoria, gli azzurri sono primi.
Sono ben 24 i quarti posti degli azzurri in queste olimpiadi. In pratica più di ori e argenti messi insieme. Addirittura 7 in più della Gran Bretagna, ferma a 17 quarti posti. Seguono poi Francia con 16, Stati Uniti e Spagna con 15 e Canada con 14. A fare ancora più impressione è il fatto che mai, nella storia recente l’Italia aveva ottenuto così quarti posti. A Tokyo gli azzurri ‘beffati’ furono solo 11, mentre il precedente record erano i 13 di Pechino. Adesso, ad Olimpiade non ancora conclusa, siamo già a 24!
Italia prima tra le beffate: ma è anche una buona notizia
Purtroppo nella storia delle Olimpiadi i quarti posti contano poco o nulla. Sono davvero pochissimi quelli non almeno a bronzo che riescono ad essere ricordati. C’è chi parla di grande beffa, ma anche chi invece vede questi risultati come la dimostrazione di un movimento che comunque riesce ad esprimersi al vertice in tantissimi sport diversi.
E’ vero alcuni quarti posti, basti pensare al volley maschile o alla staffetta 4×100, lasciano particolarmente l’amaro in bocca. Ma possono anche essere visti come sintono di un paese che riesce ad essere al vertice, anche solo sfiorando i successi, in diversi sport, anche quelli non tradizionalmente vincenti. Prestazioni come quelle di Benedetta Pilato, Simona Quadarella, Massimo Stano o Domenico Acerenza non avranno portato medaglie, ma certamente hanno dimostrato come lo sport italiano, sebbene tra mille problemi economici e strutturali, è più vivo che mai. E soprattutto che è capace di rinnovarsi nei suoi atleti mantenendo sempre alta la qualità all’interno delle sua federazioni sportive.