Koffi Djidji si racconta a TvPlay in un’intervista esclusiva: dall’infanzia alla perdita della madre fino al suo futuro
Nuova intervista su TvPlay con Koffi Djidji, difensore ivoriano ed ex Torino, che si racconta ai nostri microfoni.
Attualmente svincolato, il centrale classe 1992 cerca una nuova avventura, magari proprio in Serie A: “Mi piacerebbe restare in Italia. Sono sei anni che gioco qua, conosco questo campionato di Serie A e ora è tornato a livelli top. Non avrei problema a restare”. Nel corso della sua carriera ha avuto modo di conoscere Claudio Ranieri al Nantes, dov’è cresciuto professionalmente: “Ranieri fa la differenza per come si comporta con la gente. Ti stimola, parla con tranquillità, ti spiega bene cosa vuole e poi dov’è andato ha fatto sempre bene. Io giocavo quinto di sinistra, non era il mio ruolo. Glielo feci notare che non potevo spingere in attacco perché non ero abituato. E lui mi rispondeva: “Non ti preoccupare, tu devi difendere. Devi difendere il nostro ‘castello‘, la nostra casa”. Per lui la porta è come un castello, dove dentro ci sono la famiglia, ci sono i soldi…c’è tutto. E bisogna difenderlo”.
Djidji: “In Italia razzismo più che all’estero”
L’ex Torino ha raccontato anche un aneddoto sulla madre, che l’ha sempre sostenuto: “A 8 anni potevo già andare a Nantes, ma lei non voleva che me ne andassi così presto. Mi accompagnava a tutti gli allenamenti, a tutte le partite, con caldo, freddo, pioggia. Mi diceva che non avrei mai dovuto rimpianti su quello che facevo e andare avanti”.
E sul capitolo razzismo ammonisce l’Italia: “Gli insulti razzisti mi danno fastidio. Siamo nel 2024 e in Italia se ne sentono più degli altri Paesi. Non capisco perché il razzismo non sia sparito ancora, poi c’è da dire anche che dipende tutto dall’educazione che si riceve”
Sulla pagina di Youtube di TvPlay puoi trovare l’intervista completa a Koffi Djidji e altri grandi protagonisti del calcio italiano.