Intervista esclusiva a Pantaleo Corvino, responsabile dell’area tecnica del Lecce: il particolare retroscena su Dusan Vlahovic
TvPlay intervista Pantaleo Corvino, il responsabile dell’area tecnica del Lecce ed ex dirigente della Fiorentina. Fu proprio lui a portare in Serie A Dusan Vlahovic, credendo ciecamente nel potenziale del serbo.
Nel corso della chiacchierata con Eleonora Trotta, il dg giallorosso ha rivelato anche un retroscena sull’acquisto di Bojinov, quando era solo un ragazzino che sognava di diventare un giorno un calciatore. In realtà, in quel viaggio a Malta, Corvino era andato per acquistare il cartellino di un altro giocatore piuttosto importante: sempre bulgaro, Dimitar Berbatov.
Corvino: “Nessuno conosceva Vlahovic, io criticato dall’interno. Poi la Fiorentina ha incassato 80 milioni”
Negli anni lei non ha sbagliato mai un colpo, ma con gli attaccanti da’ il meglio di sé: Bojinov, Vucinic, Jovetic, Vlahovic, Krstovic. Cosa la colpisce di un attaccante?
“Da direttore sportivo sai che ci sono ruoli più importanti di altri, che accendono la fantasia dei tifosi e le aspettative loro e della società. Ho sempre cercato per primi portiere e attaccante, come filosofia, fin dalle categorie più basse. Ho fatto leva sulle mie capacità, che non sempre si dimostrano vincenti se vogliamo. Ma solo chi non lavora non sbaglia. Cerco di sforzarmi a sbagliare il meno possibile, mi appello alla mia esperienza e alle mie idee, guardando cosa un giocatore può diventare piuttosto che chi è in quel momento, che è quello che devi fare quando non hai disponibilità economica. Solo quattro volte ho superato la soglia dei 10-15 milioni…Ovviamente il rischio è alto, ma i risultati sono stati nel complesso dalla mia parte”.
Una curiosità su calciatori come Bojinov, Vucinic e altri, poi arriveremo a Vlahovic…
“Ogni giocatore ha la sua storia e può essere potenzialmente un top o un flop. A volte dipende non solo dalle capacità, ma da tanti fattori mentali, psicologici e ambientali, che possono far esprimere bene o meno un calciatore. Bojinov lo presi a 12-13 anni, in un viaggio a Malta, dove ero andato per vedere Berbatov. Quest’ultimo tra l’altro lo avevamo preso, prima che saltasse tutto dopo l’iter delle visite mediche… Poi, al debutto di Bojinov in Serie A, dopo che in metà stagione aveva fatto 11 gol, decisi di cederlo alla Fiorentina, per dare più spazio a Vucinic. Non avevo il consenso della società e non avevo quello di Zeman, ma si rivelò la scelta giusta, anche perché poi Vucinic lo rivendemmo a 21 milioni”.
Non possiamo non menzionare Vlahovic, all’epoca qualcuno disse che lo avevate pagato tanto…Poi è stato pagato una cifra astronomica dalla Juventus. Qualcuno l’ha chiamata per dirle che si erano sbagliati?
“Si pensava che non fosse giusto il mio acquisto di Vlahovic, perché era un ragazzo di 17 anni che non conosceva nessuno, pagato un milione e mezzo di euro e che occupava una casella da extracomunitario che precludeva la possibilità di altri acquisti per la prima squadra. Ebbi molte critiche dall’interno e dall’esterno, anche per il fatto di averlo preso a dicembre per farlo poi arrivare a Firenze a luglio. Fu un momento dove fui molto criticato, è vero. Ma vederlo oggi a quei livelli e sapere che la Fiorentina ha incassato 80 milioni dalla sua cessione, fa diventare carezze quelle critiche. Ricordo che al momento della firma di Vlahovic, la madre mi guardò negli occhi e mi disse: ‘Guardi che le sto dando il nuovo Batistuta’. Io le risposi, preso alla sprovvista: ‘Mi basterebbe che sia il nuovo Toni’. Aveva ragione lei e mi ero sbagliato io”.
Non è sempre facile interfacciarsi con le famiglie dei giocatori: come opera in questi casi?
“Come dicono a Napoli, ogne scarrafone è bello a mamma soja. E’ giusto così, ognuno pensa che possa diventare il migliore. Bisogna essere capaci di tranquillizzarli sotto l’aspetto genitoriale innanzitutto, la cosa importante non è tanto che diventi un campione quanto che venga preso per crescere in un contesto sano e seguito da professionisti che cercheranno di fare il suo bene. Ho sempre lavorato in questo modo, sento molto questo aspetto, sono anche nonno per cui sono cose che capisco bene”.
Ha un podio ipotetico dei suoi acquisti migliori, di giocatori cui è particolarmente affezionato o per quanto riguarda trattative che l’hanno soddisfatta perché particolarmente difficili?
“Sono tanti, non mi va di fare torto a nessuno. Il colpo migliore, ti risponderei, è sempre il prossimo”.
Non è che ha già preso il nuovo Vlahovic?
“Partiamo sempre da ultimi, fateci ancora godere di questa impresa ancora per qualche giorno, prima di pensare al futuro”.