Dopo tre anni e mezzo dalla morte di Diego Armando Maradona, il presidente del Venezuela ha rilasciato delle dichiarazioni davvero spiazzanti.
Il Napoli è sicuramente un club non abituato a vincere e l’ha dimostrato proprio in questa così deludente. Dopo l’incredibile successo dell’anno scorso, infatti, la squadra campione d’Italia in carica ha letteralmente sbagliato tutto: dalla sottovalutazione degli addii di Luciano Spalletti e Cristiano Giuntoli, passando le pessime scelte degli allenatori, ad un calciomercato veramente da dimenticare.
Tutti questi errori, di fatto, hanno portato alla stagione pessima che i tifosi azzurri hanno dovuto sopportare quest’anno. Tuttavia, questa delusione è resa meno amara dal fatto che, per l’appunto, il Napoli non vinceva uno scudetto dal lontanissimo 1990: cioè dall’epoca di Diego Armando Maradona.
Su quest’ultimo, proprio nel giorno in cui il Napoli ha pubblicato il trailer del docufilm dello scudetto vinto l’anno scorso che uscirà il prossimo 4 maggio, bisogna registrare una dichiarazione rilasciata direttamente dal presidente del Venezuela che ha davvero spiazzato tutti.
Nicolas Maduro, esattamente ai microfoni ufficiali di un’emittente del paese sudamericano, ha infatti parlato così della morte del ‘Pibe de Oro’: “Diego Armando Maradona è stato in un’operazione che aveva il fine di far fuori i simboli dell’Argentina ribelle. Parlai con lui nel giorno del suo 60esimo compleanno e gli dissi di venire in Venezuela perché ero molto preoccupato dalle persone pericolose che gli stavano intorno”.
Il presidente del Venezuela ha poi concluso il suo intervento: “Diego era la voce della ribellione popolare e diceva cose che nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di dire”. Queste parole di Nicolas Maduro, di fatto, non sono le sole ad insinuare che c’è il bisogno di chiarire tanti lati oscuri sulla morte di Diego Armando Maradona.
Basti pensare che in Argentina sono indagate ben otto persone per la scomparsa dell’ex calciatore del Napoli, con cui ha vinto ben due scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa Italia ed una Supercoppa italiana. Questi otto individui sono accusati di aver agito in modo ‘sconsiderato’ e ‘carente’ non attenendosi al mandato della buona pratica medica.
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