Antonio Barillà, giornalista del quotidiano La Stampa, è intervenuto in diretta su TvPlay
ALLEGRI-SOCIETA’, NESSUN INCONTRO PER Il FUTURO” – “Bisogna fare un’analisi approfondita. Allegri è sotto contratto ancora per un anno e ha applicato alla lettera quello che la società gli ha chiesto. Gli è stato chiesto di abbassare il monte ingaggi e di lanciare giovani, questo significa accettare rinunce pesantissime da Ronaldo in giù. Nel momento in cui questo allenatore ha realizzato quello che gli è stato chiesto, c’è stato un rispetto delle consegne. La società dal canto suo avendo cambiato parecchio rispetto al passato, dal direttore generale all’intero staff dirigenziale e avendo un allenatore che è l’ultimo esponente degli agnelliani avrebbe il diritto di cambiare allenatore. Quello che stona è che ad oggi non c’è stato un incontro tra le parti per programmare il futuro. La società è in ritardo da questo punto di vista e da un certo punto di vista non è bello sentire continue voci in merito all’arrivo di un nuovo allenatore quando hai un tecnico che ha ancora un contratto“.
“MAX SE VA IN CHAMPIONS HA CENTRATO L’OBIETTIVO” – “Allegri ha avuto l’opportunità di allenare altre squadre ma ha scelto di tornare alla Juve forse per una rivincita. Credo che in quel momento rappresentasse la soluzione ideale. Il giovane allenatore accetta di allenare i giovani e mercati di bassi profilo, il grande tecnico chiede di allenare grandi campioni. La questione in questo momento è che la società non è più la stessa società che c’era nel 2021. Parlarsi e incontrarsi è giusto. Ci siamo fatti fuorviare dal crollo della Juventus ma se guardiamo la classifica il bilancio è positivo. Se la Juve va in Champions Allegri ha fatto esattamente quello che la dirigenza gli ha chiesto, tornare in Champions e lanciare tanti giovani“.
“LA JUVE NON È MAI STATA DA SCUDETTO” – “Anche quando la Juve sognava lo scudetto io facevo notare che questa è una squadra che non poteva avere lo stesso spessore dell’Inter. Quando si lanciano giovani come ha fatto la Juve si paga un prezzo inevitabile. Come si può pensare che potesse competere con una squadra che tiene in panchina Frattesi, mentre la Juve ha perso subito Fagioli e Pogba. Manca personalità in questa squadra e per questo la conferma di Rugani è importante, è la juventinità che può trasmettere agli altri. I giovani della Juve ci sono sempre stati, ma arrivavano in una realtà strutturata. Pogba arrivò quando c’erano Marchisio, Pirlo, Vidal. Ora il giovane arriva in un contesto in cui mancano figure di grandissima personalità ed esperienza. Bremer è un pilastro, ma in quest’ottica di ricostruzione è stato preso da una squadra come il Torino. Alla Juve tra l’altro c’è un grosso equivoco: manca un regista, Locatelli è fuori posto. Lui non ha avuto modo di inserirsi gradualmente e questi sono errori di costruzione. Il problema è che la società quando si è trovata con 200 milioni di debiti ha dovuto dare la priorità a risanare il debito“.
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