Francesco Acerbi ha svelato la sua verità in un’intervista dopo l’assoluzione sull’accusa di razzismo: le parole del difensore
In una settimana dove la sosta per le Nazionali ha fermato il campioanto, negli ultimi 10 giorni ha tenuto banco un solo argomento: quello relativo al caso scoppiato in Inter-Napoli tra Francesco Acerbi e Juan Jesus.
Una questione spinosa che ormai anche i sassi conoscono: ha spaccato completamente l’Italia tra chi si è schierato dalla parte del difensore del Napoli e chi invece ha spalleggiato l’interista. Il giudice sportivo, dopo giorni di approfondimento, in cui è stata coinvolta anche la Procura Federale, non ha condannato il difensore della Nazionale, creando indignazione in gran parte dell’Italia.
Nessuna pena esemplare, perché di fatto l’offesa non è stata percepita da altri se non dal diretto interessato. Ed al Corriere della Sera Acerbi ha voluto dare la sua versione dei fatti in una lunga intervista.
“Non sono razzista” ha subito esclamato. “Sono dispiaciuto e triste, abbiamo perso tutti in questa vicenda” ha poi aggiunto spiegando come siano state giornate molto pesanti per lui (escluso anche dalla tournée con l’Italia negli Stati Uniti).
Acerbi, dalla liberazione per la sentenza al paragone con la malattia
Acerbi ha poi proseguito nell’analisi. “La sentenza è stata una liberazione ma per la situazione creatasi sono triste, ho percepito un grande accanimento anche dopo l’assoluzione. Avevo fiducia nella giustizia – ha poi proseguito – e sono dispiaciuto per Juan Jesus ma per una parola malintesa in campo non si può dare ad una persona del razzista“.
“Il razzismo è una cosa seria, non un insulto” ha poi aggiunto Acerbi che ha sostenuto come nell’episodio il razzismo non c’entri nulla. ha evidenziato come sia stato umiliato, perfino minacciata la sua famiglia. “Se uno sbaglia è giusto che paghi” ha poi sostenuto Acerbi, ricordando la multa comminatagli per il dito medio rivolto ai tifosi della Roma.
Ciò nonostante, Acerbi sostiene come se da un lato il campo non dovrebbe essere zona franca, dall’altro dovrebbe finire tutto nel rettangolo di gioco, altrimenti “diventa tuto condannabile“. “Mi ha ferito l’accanimento nei miei riguardi, è stata una passeggiata in confronto la malattia (ha avuto un tumore)”.
Acerbi ha poi concluso l’intervista sostenendo come nella lotta al razzismo si debba puntare gli obiettivi giusti. “Sulla Nazionale non dico nulla, ne devo discutere con Spalletti. Sono felice di poter giocare lunedì e potrò esserci a testa alta quando e se arriverà lo scudetto“.