La Serie A anche quest’anno non scenderà in campo nel giorno di Pasqua: il motivo e la storia di un tabù che esiste solo in Italia.
Dopo l’ultima pausa Nazionale torna finalmente la Serie A che però sarà caratterizzata da un turno molto particolare. La 30.a giornata di campionato infatti si svolgerà tra sabato 30 marzo e lunedì 1 aprile lasciando la domenica di Pasqua senza partite. Una scelta in linea col passato a conferma di un discusso tabù che divide i tifosi e gli appassionati di calcio ma non solo.
Non è una sorpresa che in uno dei giorni più sacri del mondo cristiano il pallone si fermi tra l’altro non solo nella massima serie ma anche in tutte le categorie inferiori professionistiche fino ai dilettanti. Insomma in Italia, uno dei paesi con la maggiore cultura e passione per questo sport, prevale ancora in certi casi il potere della religione.
Il motivo per cui non si gioca infatti è facilmente intuibile e legato alle tradizioni della Chiesa cattolica, protagonista di forti critiche e polemiche quando il calcio non ha rispettato questa festa. La cosa singolare però è il fatto che in tutti gli altri paesi europei, anche nelle leghe più prestigiose, si scende in campo come se niente fosse.
Serie A, la religione ferma il calcio: perché non si gioca a pasqua
Ogni anno si accende il dibattito intorno al calendario di Serie A che, ormai da decenni, non programma partire la domenica di Pasqua. In questa stagione il turno si spezzerà con cinque partite il giorno prima e altrettante cinque quello dopo ovvero il lunedì di “Pasquetta” ancora festivo ma comunque fuori dal classico week-end di campionato.
Se in Italia non si gioca però non è così nelle altri parti d’Europa dove per esempio il 31 marzo 2024 si disputano regolarmente i match in Premier League, Bundesliga, Ligue 1 e Liga offrendo anche big match del calibro di Manchester City–Arsenal e Marsiglia-PSG.
In Serie A invece non è contemplato tutto questo e in generale in tutto il territorio nazionale a qualsiasi livello. Questo perché diversi anni quando venne deciso di giocare anche solo una partita in tale giornata, si sollevò la protesta del mondo ecclesiastico con dichiarazioni forti da parte di vescovi e arcivescovi.
Nello specifico in occasione delle gare Perugia-Inter di domenica 11 aprile 2004 e Reggina-Udinese di domenica 12 aprile 2009 che rimangono due casi più unici che rari. Per assistere a un’intera giornata di Serie A giocata a Pasqua bisogna infatti ritornare indietro di decenni al 26 marzo del 1978 che, a meno di colpi di scena, resterà ancora l’ultimo avvenimento di questo genere.