L’ex bomber di Bari e Lazio Igor Protti ha rilasciato alcune dichiarazioni in diretta ai microfoni di Tv Play.
ORGOGLIOSO DEI RECORD DEI COMPAGNI – “Ho iniziato il mio percorso da centrocampista e poi piano piano venivo spostato più avanti. Io cercavo di fare gol oppure cercare di farli fare ai compagni. Si ricordano sempre i miei gol e che sia stato capocannoniere in Serie A, B e C, ma una delle cose di cui vado più orgoglioso è che spesso gli attaccanti che hanno giocato al mio fianco hanno raggiunto il record di gol nella categoria”.
LAUTARO MI RICORDA TE – “Ogni calciatore ha le sue caratteristiche e trovo i paragoni sempre un po’ antipatici sia in un senso che in un altro. Dico solo che qualche anno fa un giornalista di Bari quando è arrivato Lautaro Martinez all’Inter mi ha detto ‘Igor, guardo Lautaro e mi ricorda te’. Questo con tutto il rispetto per un grandissimo campione che vediamo tutti cosa sta facendo, io non mi voglio porre come suo simile, ma è un giornalista che l’ha detto e mi fido abbastanza. Sinceramente come caratteristiche fisiche e movimenti sul campo ci siamo abbastanza, fa il centravanti ma gli piace girare intorno ad altre punte centrali diverse come piaceva a me e fa gol in quasi tutti i modi”.
IL TREQUARTISTA È PENALIZZATO – “Per me Lautaro è un grandissimo campione, fa tantissimi gol e un punto di riferimento assoluto. Quando si parla di fuoriclasse magari uno ha nell’immaginario il trequartista molto forte tecnicamente. In passato ce n’erano tanti e oggi meno, perché è un ruolo che a livello di settore giovanile è stato spesso penalizzato, perché viene detto ai ragazzi di fare cose semplici e non rischiare ma io non sono per niente d’accordo. Dobbiamo ritornare a dire ai ragazzi di provare le giocate, saltare l’avversario e non solo di giocare a uno o due tocchi o che hanno sempre l’aiuto di qualcuno”.
ATTACCO PERFETTO – “Haaland e Lautaro sarebbero una coppia d’attacco perfetta e sarebbe bello vederli giocare insieme”.
LA STORIA DEL TRENINO – “Il trenino nasce da un racconto di Miguel Guerrero, nostro compagno di squadra che arrivava alla Colombia e ci aveva spiegato questo tipo di esultanza poi c’è stato un po’ disguido perché qualcuno diceva che dovevamo metterci sparsi perché richiamavano cagnolini e noi alla fine ci siamo messi uno dietro l’altro. Si può dire che è stata la prima esultanza di gruppo perché fino a quel momento C’erano stati delle esultanze particolari, tipo la mitraglia di Batistuta, l’aeroplanino di Montella, il violino di Gilardino… però di gruppo sinceramente credo sia stata la prima e è diventata una cosa iconica. A distanza di tantissimi anni ha lasciato un ricordo meraviglioso che io ho la fortuna di rappresentare anche in una partita meravigliosa come Roma – Lazio”.
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