La Nazionale sarà sottoposta a una rivoluzione tattica da parte di Spalletti: cosa cambierà nelle amichevoli con Venezuela ed Ecuador.
Si avvicina il primo test amichevole dell’Italia che stasera affronterà il Venezuela in terra americana. In questi giorni gli azzurri disputeranno un doppio impegno, compreso quello con l’Ecuador, in cui Spalletti mischierà un po’ le carte e attuerà qualche esperimento di formazione per capire la direzione giusta da intraprendere in vista degli Europei.
A distanza di diversi mesi dall’ultima partita, lo scontro diretto decisivo con l’Ucraina, c’è attesa di vedere all’opera la Nazionale che tra qualche mese dovrà difendere il titolo continentale vinto nella scorsa edizione. Stavolta non ci sarà niente in palio ma le due gare saranno molto importanti perché le ultime prima delle convocazioni ufficiali di giugno.
Una sorta di esame per tanti giocatori che cercheranno di mettersi in mostra e convincere l’ex tecnico del Napoli, pronto a cambiare sistema di gioco dopo aver proseguito sulla linea tracciata da Mancini per mancanza di tempo a causa dell’improvviso arrivo in panchina. Dopo qualche mese di lavoro però è arrivato il momento di dare anche la sua impronta tattica a questa squadra.
Nelle prime partite dopo il suo approdo Spalletti non ha voluto mettere mano e variare troppo i meccanismi dell’Italia perché c’era una qualificazione agli Europei da conquistare. Oggi però, raggiunto l’obiettivo, il ct azzurro può concedersi di fare qualche prova abbandonando momentaneamente l’abituale 4-3-3 a favore di nuovi moduli.
L’allenatore toscano, almeno inizialmente, ha deciso di adottare un inedito assetto contro il Venezuela confermando le indiscrezioni della vigilia durante l’intervista pre-partita. In esclusiva al sito ufficiale della Federazione ha annunciato che stravolgerà l’Italia con una vera e propria rivoluzione nella prima delle due amichevoli negli Stati Uniti.
In particolare la squadra sarà disposta con un inedito 3-4-2-1 con Frattesi e Chiesa trequartisti dietro a Retegui unica punta. Una decisione a sorpresa spiegata con queste parole: “Ormai c’è questa apertura nell’andare a essere squadre o calciatori che sanno interpretare più moduli nella stessa partita. Prima avevamo poco tempo e ci siamo focalizzati solo su un sistema, anche quando abbiamo perso ho dichiarato di non cambiare niente. Ora avendo questo spazio per due amichevoli bisogna andare a fare anche qualcosa d’altro”.
L’ultima parola come sempre spetterà al campo per capire se effettivamente queste modifiche avranno dato segnali positivi e potranno essere riproposti anche nell’immediato futuro in gare che conteranno veramente e dove bisognerà avere le idee chiare senza prendersi troppi rischi.
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