Alessandro Giudice, giornalista ed esperto di economia, è intervenuto ai microfoni di TVPlay: le parole sul caso Acerbi e quello del Milan.
“NON FACCIO IL TIFO PER NESSUNO MA SAREI SORPRESO SE ACERBI FOSSE COLPEVOLE” – “Una vicenda che non mi appassiona troppo perché oggettivamente sono fatti spiacevoli poi non ho questa morbosità di sapere cosa succederà e se si dimostrerà Acerbi colpevole. Ogni fatto andrà dimostrato in qualsiasi tipo di procedimento e se sarà accertato che ha utilizzato frasi razziste sarò sorpreso perché l’ho sempre considerato e anche tutt’ora fino a prova contraria una persona corretta e molto pacata anche nelle dichiarazioni. Nel caso ci sarà la giusta punizione della giustizia sportiva, sono abbastanza laico non faccio il tifo per nessuno ma solo per l’accertamento reale senza ombre della verità”.
“DIFFICILE PENSARE CHE CON MILLE TELECAMERE NON ESCA FUORI LA VERITA'” – “Il razzismo è una cosa odiosa, capisco che in certi momenti di agonismo possano scattare determinate cose però non le giustifico perché devono fermarsi alla reazione o alla parolaccia mentre l’insulto razzista non può scattare nemmeno nei momenti di massimo furore perché altrimenti vuole dire che ce l’hai dentro. Sono cose un po’ over come la bestemmia o la reazione fisica però ripeto viviamo in uno stato di diritto anche nel mondo sportivo, mi auguro si faccia chiarezza anche se con 7mila telecamere allo stadio, telefonini che riprendono mi riesce difficile immaginare verificare effettivamente che non si riesca a risalire a cosa abbia detto. Magari può anche darsi che Juan Jesus possa aver sentito male oppure se c’è stato questo insulto che la giustizia sportiva intervenga”.
“L’UNICA CERTEZZA E’ CHE ELLIOTT HA UN CREDITO NEI CONFRONTI DI REDBIRD” -“Di questa vicenda conosciamo soltanto le dieci/dodici paginette del decreto di perquisizione che si è deciso di fare nella sede del Milan e nelle abitazioni degli indagati che in questo momento sono Ivan Gazidis e Giorgio Furlani. La vicenda è abbastanza lineare nella sua conformazione: c’è un compratore (RedBird) e un venditore (Elliott) per un’operazione da un miliardo e centosessanta milioni del 99% delle quote. Redbird come tutto gli acquirenti in questi casi così complesse ha scelto la proporzione di capitale proprio (620 milioni) e quello di debito (i restanti 560 milioni) da utilizzare per finanziare l’operazione che evidentemente essendo un fondo ha raccolto dagli investitori perché non è un signore che ha questi soldi su un conto. Per finanziare con debito invece solitamente si va da banche d’investimento che fanno questi prestiti ponte e normalmente hanno un costo abbastanza elevato tipicamente anche in doppia cifra. Al contrario Elliott e RedBird si sono accordati affinché fosse Elliot a finanziare lo stesso compratore attraverso un prestito che il venditore fa all’acquirente”.
“SECONDO LA PROCURA ELLIOTT E’ ANCORA PROPRIETARIO DEL MILAN” – Il vantaggio per RedBird è di avere un tasso più basso (7%) rispetto a quello di mercato e per Elliott di facilitare un’operazione che aveva molti profili di convenienza perché chiaramente aveva investito nel Milan 700 milioni e ne ha portati a casa dalla cessione oltre 1 miliardo. Era un win win game questa operazione. L’elemento scatenante è stato l’esposto di una società (Blue Sky) che ha fatto molte cause ritenendosi danneggiata dal fatto che Elliott aveva ceduto il Milan. E’ sicuramente quello che ha fatto venire in mente i magistrati di indagare quindi oggi si contesta agli amministratore delegati del Milan il fatto che la proprietà del Milan sarebbe ancora in capo a Elliott che sarebbe un socio occulto perché secondo loro il prestito dà un potere d’influenza importante sul Milan”.
“HO UN DUBBIO IN QUESTA INDAGINE, E’ SBAGLIATO IL CONCETTO ALLA BASE” – “C’è però un punto concettuale che mi convince poco: si scrive a chiare lettere nel decreto che il diritto di credito che Elliott vanta nei confronti di RedBird per avere finanziato l’operazione di fatto lo metta nella posizione di essere proprietario del Milan se RedBird non paga ha un diritto di pegno. Per esempio per un mutuo di una casa con la banca non è così perché avrà un diritto di credito nei miei confronti ma non è proprietaria della casa. Nel caso non restituissi il mutuo con la casa posso fare ancora quello che voglio. Quello che non regge è questa fungibilità dei due concetti di diritto di credito e diritto di proprietà non corrisponde al caso”.