L’ex Lazio e Juve Giuliano Giannichedda è stato ospite di Massimo Caputi e ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Tv Play.
SE PERDI DUE PARTITE È SUBITO CRISI – “Allenatori che al Genoa, al Monza o al Bologna stanno facendo bene se perdono una partita sanno che non succede nulla, se la pareggiano non succede nulla, ma alla Juve e nelle grandi squadre se pareggi comincia qualche rumorino, se perdi figuriamoci, se ne perdi due di seguito è subito crisi. Più che il metodo di allenamento è la pressione che hai intorno e per un giovane allenatore la questione è capire che tipo di situazione c’è e saper gestirla, altrimenti si viene schiacciati”.
CI VUOLE PERCORSO DI CRESCITA – “Come i giocatori fanno quattro partite buone di seguito subito si parla di nazionale o di approdare in una big, non è così. Ci vuole un percorso di crescita e questi allenatori lo stanno facendo, ma allenare un grande club è diverso che allenare un club buono che fa grandi cose”.
CHI È STATO UN GRANDE CALCIATORE CAPISCE MEGLIO – “Ben venga l’innovazione. Essere stato un giocatore di alto livello aiuta, perché chi è stato lì capisce subito il sentiment del calciatore che non gioca e capisce certe dinamiche, chi non è stato un giocatore di alto livello ci mette di più e questo calcio non ti dà tempo, perché a livello mediatico c’è una grande esposizione”.
51% PALLADINO E 49% THIAGO MOTTA – “Il gioco più bello lo esprime Thiago Motta, ma Palladino è quello che a livello di caratteristiche del giocatore va a capire meglio che squadra ha. Quindi direi 51% Palladino e 49% Thiago Motta”.
BISOGNA DARE TEMPO – “Chi prende uno tra Gilardino, Thiago Motta e Palladino deve dargli tempo. Non facciamo che dopo sei mesi magari va tutto male e da distruggere, bisogna fare una buona programmazione e dare tempo, perché in Italia siamo spesso troppo veloci coi giudizi”.
ZIDANE È UN GESTORE – “Zidane ha allenato il Real Madrid, iniziando alla grande e vincendo la Champions. Lui però è più un gestore per come si è visto al Madrid, bisogna quindi vedere che squadra trova alla Juve. Perché è vero che Allegri sta facendo molto bene per com’è la rosa. Gli altri allenatori in lizza sono più da rivoluzione. Io sarei incuriosito da Thiago Motta, che lavora coi giovani e punta al dominio della partita ma sa anche soffrire”.
GASPERINI MAESTRO – “Gasperini è un maestro, tutti quelli che allena aumentano di livello e costo, poi qualcuno andando via dall’Atalanta ha fatto bene altri meno. Quando sei in un meccanismo ben oliato è un conto, ma quando vai nella Juve, l’Inter o il Milan cambia tutto, anche per i giocatori”.
CONTE AL MILAN MI ISPIRA PIÙ CURIOSITÀ – “Conte è un allenatore bravissimo e vincente, è uno che mette pressione ai giocatori e se la mette lui stesso, ma ha bisogno della squadra fatta per lui. A livello tecnico tattico Thiago Motta più o meno gioca come gioca il Milan, però io sarei incuriosito molto da Conte e vedere come rivoluzione tutto Conte con quei giocatori mi suscita più curiosità”.
PIOLI HA FATTO BENISSIMO – “Le critiche a Pioli sono incomprensibili perché il Milan ha cambiato tanto e ha preso giocatori giovani, non pronti coi quali poteva andare a contrastare l’Inter. Eppure sono arrivate troppe critiche, ma per me Pioli che ha vinto uno scudetto e fatto una semifinale di Champions League, ha fatto benissimo”.
DE ROSSI MERITA LA CONFERMA – “Faccio i complimenti a De Rossi perché sta facendo benissimo come forse non se l’aspettava neanche lui. Sono molto contento perché è un ragazzo che ha studiato tanto e ci teneva. Chiaro che allenare nella tua città per la squadra per cui tifi e sei stato capitano è facile ma anche difficile per le pressioni che hai, ma lui si è calato bene nella parte. La differenza l’ha fatta entrare nella testa dei giocatori e al momento merita la conferma, poi però bisogna vedere anche chi resterà tra Dybala e Lukaku quindi capire che squadra avrà. Noi parliamo di allenatori ma in campo vanno i giocatori e per fare bene bisogna avere calciatori forti. Ora però lo aspetta un mese-verità”.
ITALIANO DEVE CAPIRE QUAND’È IL MOMENTO DI SOFFRIRE – “Italiano ha fatto molto bene l’anno scorso e anche quest’anno sta facendo bene. Però manca di quella gestione dei problemi su come gestire certe partite. Se va in un club più grande il salto deve farlo. Ha dimostrato di essere un bravo allenatore propositivo perché va in campo per fare la partita, questo va benissimo, ma se gioca con una squadra più forte o con una con cui non riesce deve capire che è il momento di stare lì e saper soffrire, come il Bologna”.
ALLEGRI NON È SUPERATO – “Allegri non è un allenatore superato, è un grandissimo allenatore e gestore, ma chi lo prende sa che lui deve avere un certo tipo di giocatori”.
MOURINHO PIÙ MANAGER – “Mourinho è vero che alla Roma ha fatto due finali, ma lo vedo più per un ruolo manageriale, quindi verso il calcio inglese che è più improntato su questo tipo di gestione piuttosto che in Italia in cui il lavoro è h24 ma più tecnico. I ragazzi di adesso non sono come quelli di prima. Se noi parliamo coi giocatori dell’Inter di Mourinho tutti ne parlano in maniera entusiasta dicendo che Mou entrava nella testa e nel cuore da grandissimo motivatore. I giocatori però sono diversi adesso, quindi per entrargli nella testa devi passare da un’altra parte evidentemente e c’è bisogno di qualcosa di diverso”.
SPALLETTI PROFILO MIGLIORE PER LA NAZIONALE – “Sono contentissimo che la Federazione abbia scelto Spalletti, perché è il profilo migliore nel riuscire a dare un’identità e senso di appartenenza alla squadra con la personalità e le sue poche regole ma giuste”.
NON È POSSIBILE CHE NON SI TROVI UN ATTACCANTE – “Trovare talenti italiani è difficile, crescono sempre ottimi difensori e centrocampisti, ma da qualche anno abbiamo la difficoltà dell’attacco. Non abbiamo pazienza, sui giocatori bisogna lavorarci, vanno creati. Quando un giocatore non va da giovane ne prendiamo un altro e spesso straniero, considerandolo più pronto, ma magari ha solo lavorato di più. Poi secondo me a livello giovanile ci si allena poco abbiamo anche dei sistemi di allenamento un po’ datati, i grandi talenti nascono una volta ogni tanto, ma non è possibile che da un po’ di anni non si riesca a trovare un attaccante come in tutte le altre squadre”.
LA MODA DEL FALSO NUEVE – “Noi abbiamo avuto la moda del falso nueve, quindi tutti erano bravi solo venendo incontro, solo che poi non fa gol nessuno. Allora adesso il falso nueve non lo vuole più nessuno e vogliono tutti il centravanti che sta in area come il 9 di una volta. Il giovane si deve saper allenare e lo dobbiamo formare, deve saper fare sia il falso nueve che il centravanti classico, anche perché per vincere bisogna fare gol”.
SCAMACCA PUÒ DIVENTARE IL 9 DELLA NAZIONALE – “Scamacca non sa di essere così forte, è un ’99 ed ha già un buon curriculum, per cui deve capire lui che può diventare un giocatore forte ed essere il numero 9 della Nazionale ma deve partire da lui “.