Il legale della Salernitana Francesco Fimmanò è intervenuto in diretta ai microfoni di TvPlay.
“QUANDO UN PROPRIETARIO DETIENE PIU’ SQUADRE NELLA STESSA COMPETIZIONE PUO’ ESSERCI UNA VIOLAZIONE” – “Io credo che il tema Milan sia più semplice di quello che appare. Da quello che si è letto, i rossoneri si trovano in una situazione particolare: c’è un pegno sulla grande quantità delle partecipazioni azionarie, relativo ad un finanziamento rilevante. Si pongono dei problemi perché situazioni del genere, in passato, sono state prese di mira dalle varie giustizie sportive internazionali. Il caso Red Bull anche il caso Gazprom sono degli esempi concreti. Quando c’è un’influenza dominante, questo può portare a dei problemi, perché se si è proprietari di più squadre che si trovano a dover competere in una medesima competizione questo può rappresentare una violazione. Possono esserci anche situazioni più gravi, ma onestamente non credo che il Milan voglia nascondere qualcosa. Il Lille appartiene al fondo Elliott, credo che sia stata un’operazione finanziaria, con criticità, perché non si può avere un’influenza così dominante senza riferirlo”.
“PER IL MILAN PIU’ RISCHI IN EUROPA CHE IN SERIE A” – “Queste violazioni, da un punto di vista della partecipazioni al campionato italiano possono avere effetti diversi e bisogna contestualizzarle, come successo al Napoli col caso Osimhen. Ma le presunte plusvalenze non erano state fatte nell’intento di falsare i bilanci per l’iscrizione al campionato, quello sarebbe stato più grave. In ogni caso c’è una norma precisa, scritta proprio dopo la vicenda Red Bull (riferita a Salisburgo e Lipsia): si prevede infatti l’obbligo di avere piena trasparenza ed indicare per filo e per segno chi sono i proprietari o i soci di un club. Al Milan c’è una violazione, ma non vedo una situazione pesante. Credo che ci siano più rischi in Europa che in Italia, proprio ricalcando il caso Salisburgo e Lipsia dove due società con la stessa proprietà potrebbero rischiare maggiormente di essere escluse dalla competizione”.
“I CALCIATORI NON POSSONO AVERE SOLO DIRITTI, DIA CI STA TENENDO SOTTO SCACCO” – La questione Dia è un qualcosa che deve influenzare tutto il mondo. Perché un calciatore deve avere solo diritti e nessun dovere? Per me è stata una situazione surreale, è come se un lavoratore qualsiasi, improvvisamente, si impunta e decide di non rispettare i contratti. Io il calcio l’ho vissuto per tanti anni e il problema più grande sono le norme. Noi dobbiamo uscire dalla logica classica, ovvero che il calciatore può tenere tutti sotto scacco. Noi abbiamo un calciatore che nessuno si sarebbe mai aspettato che potessimo riscattare, con un contratto faraonico per il nostro contesto. Punti su di lui, con i tifosi felicissimi, e poi improvvisamente impone le sue regole. Abbiamo fatto la prima sanzione al ragazzo, poi abbiamo cercato di venirci incontro per trovare una quadra, poi a gennaio nessuno l’ha voluto e la situazione è ulteriormente peggiorata. In questo momento non lo definirei come un ricatto, ma ci sono gravissimi inadempimenti contrattuali e funzionali da parte dell’attaccante. Noi dobbiamo mettere un argine a tutto ciò.
“I CALCIATORI POSSONO FARE FORTUNE, MA ANCHE CAUSARE DISASTRI” – “Il calciatore può fare la fortuna di una squadra, ma può anche essere la causa principale di un disastro. Ce ne sono stati tanti di casi in passato. Noi ci troviamo di fronte ad un investimento proporzionale a quello di Mbappé al Paris Saint-Germain, giusto per farsi un’idea. Lotito è stato il primo a fare storie a riguardo, con la questione Ledesma o Pandev. Se non si può essere dei lord, noi dobbiamo apprezzare i presidenti che non lo sono, invece che lamentarsi”.
“A DIA ABBIAMO CHIESTO 20 MILIONI DI RISARCIMENTO?” – “Il calciatore ci è costato 15 milioni e ne prende 3 milioni all’anno, è attualmente fuori rosa e non gioca più quindi per noi la cifra giusta per il risarcimento e intorno ai 20 milioni di euro, con la causa che è già stata depositata. I calciatori preferiscono essere liberi per essere pagati maggiormente dalle squadre che li acquisiscono”.
“IERVOLINO VUOLE RESTARE SOLO A UNA CONDIZIONE” – “I tifosi devono fare i tifosi e il presidente portare avanti le mansioni che il suo ruolo gli richiede. Iervolino? E’ stato preciso nella sua ultima intervista, e ha detto che vuole restare se è apprezzato, come in qualsiasi altra azienda si dovrebbe ragionare”.