La Juventus ha pochi margini di manovra: il bilancio preoccupa e “comanda” il prossimo mercato: ecco perché Allegri resta ed i big vanno via
La Juventus non sa più vincere. Anche nell’ultimo turno rinviato l’appuntamento con il successo, con il 2-2 contro l’Atalanta che, se da un lato è pur sempre un ottimo risultato, dall’altro è una nuova occasione persa. Un punto nelle ultime due gare, un solo punto nelle ultime sei giornate per i bianconeri che sono scivolati in terza posizione, scavalcati dal Milan.
La qualificazione alla Champions League – prioritaria anche per i conti del club – al momento non sembra in discussione ma di certo serve una sterzata netta e decisa per le prossime settimane. Ed in tal senso l’allarme lanciato da Danilo, “siamo in dificoltà” non lascia presagire nulla di buono.
Intanto si lavora anche e soprattutto in vista della prossima stagione, su come rinforzare l’organico che, corto negli uomini, al momento sembra accusare il peso e la stanchezza. Koopmeiners, con la sua doppietta, ha mostrato le sue qualità all’Allianz e spiegato in maniera cristallina perché sia il preferito di Giuntoli. Il mercato, però, non sarà semplice per i bianconeri.
Juve, i conti preoccupano: club costretto alle cessioni
Tre settimane fa il club ha reso noti i conti del primo semestre che ha evidenziato 95 milioni di euro di perdita che verosimilmente arriverà ai 150 al prossimo 30 giugno. La situazione, insomma, non è rosea. Sono 64 i milioni di cassa bruciati nella gestione ordinaria nel primo semestre a fronte dei 56 dell’anno scorso ed Exor, controllante del club, è stata costretta ad anticipare i 127 milioni di euro della sua quota relativa all’aumento di capitale. Una mossa necessaria per non far andare in negativo il patrimonio netto.
Ecco perché non sono evitabili cessioni anche importanti in estate, considerato come manchino spazi per acquisti onerosi. Il capitale sociale è di 50mila euro, il minimo legale dopo essere stato eroso dalle perdite. Nel febbraio scorso la Juve ha rimborsato il Ronaldo-bond, di fatto il prestito emesso nel 2019 e del valore di 180 milioni di euro.
Un’operazione che ha costretto alla creazione di liquidità non disponibile al 31 dicembre sui conti. Oggi al via il collocamento dell’aumento di capitale che servirà per coprire le perdite continue generate dalla gestione. Sono 450 i milioni di passivo che evincono dallo stato patrimoniale al 31 dicembre e solo 151 i milioni di copertura.
Le cessioni non sono evitabili perché la gestione deve garantire il riequilibrio in quanto siano necessari almeno sei mesi per dare vita all’iter per raccogliere altro capitale essendo la Juve una società quotata. Il piano presentato agli azionisti vede per il 2025/2026 il pareggio di bilancio.
Ciò significa quantomeno giocare la prossima Champions League e superare almeno il girone poi circa 130 milioni di plusvalenze da incassare nei prossimi tre anni di cui almeno 20 entro giugno e 40 nel bilancio del prossimo anno. Stando al Fair Play Finanziario, poi, la Juve dovrà anche abbassare il costo della rosa dagli attuali 414 milioni a 300 tondi.
Ecco perché non sono escluse le cessioni di Vlahovic, Bremer e Chiesa ma anche dei giovani Yildiz, Soulé ed Iling-Junior che possono generare plusvalenze. Ed in quest’ottica è più vicino il proseguimento con Allegri, considerato come non sia funzionale mettere a bilancio due staff tecnici.