Il calcio italiano è stato travolto in queste ultime ore dall’inchiesta che ha travolto Gabriele Gravina, presidente della FIGC.
Dopo lo scandalo scommesse, il calcio italiano è stato travolto da un altro caso molto problematico. Gabriele Gravina, infatti, è indagato per appropriazione indebita ed autoriciclaggio per aver incassato i soldi di una caparra messa per una vendita, in un secondo momento sfumata, di una collezione di libri antichi (di cui il preisdente della FIGC è collezionista).
Questa somma, poi, sarebbe stata utilizzata per l’acquisto di una casa a Milano. Il tutto è iniziato con lo scandalo degli accessi abusivi ordinati dal pm Laudati e compiuti dal finanziere Striano. Lo stesso Gabriele Gravina, dietro ad una richiesta fatta proprio dai suoi legali, è stato già ascoltato, esattamente per dure ore, dai PM.
Il presidente della FIGC, tramite una nota dei suoi legali, ha manifestato la sua tranquillità per queste indagini sia per la sua fiducia nei magistrati che per il fatto che lui in questo caso si considera una ‘persona offesa’. Tuttavia, in attesa di ulteriori aggiornamenti sull’inchiesta, andiamo a vedere cosa rischia Gabriele Gravina.
Il quotidiano sportivo ‘La Gazzetta dello Sport’, infatti, ha riportato le prossime tappe di questa vicenda che ha colpito il presidente della FIGC. Prima di discutere di un possibile processo, di fatto, ci deve un rinvio di giudizio. Siamo alle indagini preliminari, le quali possono durare 6 mesi o anche essere prorogate.
Gabriele Gravina, inoltre, può ricoprire il suo ruolo di presidente della federazione giuoco calcio italiana fino a quando ci sarà una sentenza definitiva. Una volta terminate le indagini, il PM comunicherà il termine delle indagini e potrà chiedere al GUP (ovvero il giudice per l’udienza preliminare) il rinvio al giudizio o l’archiviazione dell’inchiesta.
Dopo questo punto punto, di fatto, si dovrebbe attendere un anno e mezzo o due per arrivare al giudizio di primo grado. Mentre per la sentenza definitiva si potrebbe aspettare tra i sette e gli otto anni.
Ricordiamo che per il reato di autoriciclaggio, punito con l’articolo 648 ter del codice penale con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da 5.000 a 25.000 euro. Mentre l’appropriazione indebita, previsto dall’articolo 646 del codice penale, è punibile con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da 1.000 a 3.000 euro
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