Il centrocampista francese non potrà scendere in campo per i prossimi 4 anni a causa della squalifica per doping: le sue parole.
Nella giornata di oggi è divenuta realtà la stangata nei confronti di Paul Pogba, fermo dallo scorso agosto quando nel post partita di Juventus e Udinese il francese era risultato positivo al test antidoping per aver assunto il Dhea, un ormone precursore del testosterone. A partire dall’11 settembre, dunque, il centrocampista era stato temporaneamente sospeso in attesa delle successive indagini sulla vicenda e delle contro analisi. Anche quest’ultime, però, avevano confermato l’assunzione della sostanza, con la richiesta della Procura Federale di 4 anni di squalifica.
Paul Pogba, in data odierna, ha avuto la notifica ufficiale della squalifica per doping. Il francese compirà 31 anni a marzo e la sua carriera potrebbe già essersi definitivamente chiusa. Una mazzata clamorosa per uno dei centrocampisti più forti dell’ultimo decennio che, con le sue giocate, aveva fatto innamorare la prima Juventus dei famosi nove scudetti consecutivi. Il passaggio al Manchester United per poi ritornare in bianconero nel 2022: doveva essere una nuova storia d’amore con quei colori che gli avevano permesso di spiccare il volo, e invece il Pogba-bis si è trasformato nell’incubo peggiore per uno sportivo.
Nelle prossime settimane, dunque, la Juventus dovrebbe procedere con la separazione definitiva dal centrocampista francese. In attesa della decisione ufficiale del Tribunale Antidoping, infatti, il club bianconero aveva garantito a Pogba lo stipendio minimo possibile, ovvero circa 2 mila euro al mese. Con la rescissione del contratto la Juve dovrebbe risparmiare circa 30 milioni di euro dal momento che l’ex Manchester United era tornato in Italia con un quadriennale e un ingaggio da 8 milioni di euro netti. Poche ore dopo l’ufficialità della squalifica di 4 anni, Pogba ha voluto affidare i suoi pensieri sul complicatissimo momento personale attraverso i social network.
“Sono stato informato oggi della decisione del Tribunale Nazionale Antidoping e ritengo che il verdetto sia ingiusto. Sono triste, scioccato e con il cuore spezzato perché tutto ciò che ho costruito nella mia carriera da giocatore professionista mi è stato portato via. Quando sarò libero dalle restrizioni legali, l’intera storia diventerà chiara, ma non ho mai assunto consapevolmente o deliberatamente alcun integratore che violi le norme antidoping. Come atleta professionista non farei mai nulla per migliorare le mie prestazioni utilizzando sostanze vietate e non ho mai mancato di rispetto o imbrogliato gli altri atleti e sostenitori di nessuna delle squadre con cui ho giocato o contro. In conseguenza della decisione annunciata oggi, presenterò ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport”.
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