La redazione di TvPlay ha intervistato l’attore Biagio Manna, tra gli interpreti sia di ‘E’ stata la mano di Dio’ di Sorrentino che della serie Mare Fuori.
E’ da qualche anno che la città di Napoli è sotto la luce dei riflettori e, finalmente, non solo per fatti di cronaca. Basti pensare sia allo Scudetto vinto l’anno scorso dal Napoli che ai tantissimi film e serie girate in questi ultimi anni nella città partenopea.
La redazione di ‘TvPlay’, proprio per parlare di questo momento della città di Napoli, ha intervistato l’attore Biagio Manna, tra i protagonisti, tra l’altro, sia di ‘Mare Fuori’ che del film ‘E’ stata la mano di Dio’ di Paolo Sorrentino.
Ci racconti quando è nata la tua passione che è poi diventata il tuo lavoro?
“Me ne sono accorto sin da piccolo: guardavo le commedie di Eduardo De Filippo, tutti i film di Totò. Sono innamorato di Nino Taranto. Da piccolo, invece di chiedere la ‘pistola a pallini’, mi facevo regalare le marionette ed un palchetto: chiamavo tutti a casa e gli facevo ascoltare le mie storie. Da piccolo mi accorsi che non potevo fare a meno di avere un contatto con il pubblico, anche per capire meglio me stesso ”.
La svolta della tua carriera è poi arrivata con la tua partecipazione in ‘E’ stata la mano di Dio’ di Paolo Sorrentino.
“Sì, ma prima avevo partecipato a ‘Napoli Eden’: un cortometraggio che è stato anche candidato agli Oscar. Con il film di Paolo Sorrentino, poi, arrivò il boom, ma rimasi spiazzato da tutto l’affetto che ho ricevuto. Seppi al terzo provino che era un film di Sorrentino, all’inizio non riuscì a razionalizzare tutto questo, perché io vivo le emozioni sempre in un secondo momento. Prima di girare il film con Sorrentino andavo a vendere il cocco sulle spiagge ed una volta mi fermai e iniziai a guardare il mare, riflettendo che stavo per iniziare a girare il film di uno dei mostri sacri del cinema”.
Biagio Manna: “Sorrentino è un malato del Napoli. Sul cast di Mare Fuori…”
Ma Paolo Sorrentino quanto è tifoso del Napoli?
“E’ malato per il Napoli, è tifosissimo. Non ho mai chiesto foto a nessuno, ma a lui sì: l’ho chiesta quando avevamo girato la scena dello stadio, perché mi trovavo nel tempio del Dio del calcio con il ‘Maradona’ del cinema”.
Il tuo ‘Tonino’ in Mare Fuori è un personaggio che riesce a strappare sempre un sorriso. Basti pensare che Ivan Silvestrini, regista della serie, ti ha chiamato il ‘poeta del popolo’.
“Quando lessi la sceneggiatura, chiesi ad Ivan (persona stra, stra aperta) di proporre alcune battute, le quali sono state create sul momento. Ho voluto dare questa chiave comica, visto che interpreto un personaggio che incarna realmente un cambiamento radicale. Non c’è cosa più bella della comicità, mi piace troppo prendere in giro le figure cosiddette ‘intoccabili’. Tutto quello che porto l’ho preso da mia nonna, la quale è la persona più importante della mia vita”.
Sei stato uno dei principali autori del fenomeno Rosa Ricci/Maria Esposito?
“Sono stato, per un bel periodo di tempo, il suo insegnante di recitazione. Maria ha fatto il provino per Mare Fuori proprio in quel periodo. Lavorava sin da piccola e non aveva il tempo materiale per studiare. A volte, infatti, è capitato che studiassimo insieme fino alle 4 del mattino, perché aveva molto a cuore questa cosa. Il nostro è un rapporto molto fraterno. Maria spacca lo schermo. Ero sicuro che lei avrebbe fatto qualcosa nel cinema, anche solo per l’energia che ha. Siamo cresciuti nei Quartieri Spagnoli, posto bellissimo, ma dove ci sono scuole che cadono a pezzi”.
Come si è visto con il ‘caso Geolier’ a Sanremo, ma quanto è dura ‘sfondare’ per un ragazzo originario di alcune zone di Napoli?
“Mi fa piacere parlare di Geolier. Il napoletano, prima di farsi conoscere per quello che è, deve smentire i vari stereotipi. Si deve purificare dal ‘peccato originale’, ovvero da quell’etichetta che ci accompagna dall’Unità d’Italia. L’arte è anche il mezzo per mostrare la vera realtà che si vive in alcuni contesti. Lui denuncia determinate cose”.
Dalle varie storie pubblicate sui social, si nota che voi del cast di Mare Fuori avete legato molto.
“Sicuramente, ho legato con tutti. Massimiliano Caiazzo? E’ un fratello, si impegna in un modo che pochi professionisti fanno. Lui fa di tutto per toccare bene le corde del personaggio che interpreta. Giacomo Giorgio è sia un artista a 360 gradi che un grandissimo galantuomo, un principino. Domenico Cuomo tocca quelle atmosfere interiori che molti attori hanno paura di toccare. Mentre Giuseppe Pirozzi è un vero prodigio. Ma sono tutti davvero bravi”.
Il Napoli con il Barcellona non si è ‘disunito’? Perché le cose stanno andando così male?
“Per l’amore che provo, il Napoli non si disunisce mai. E’ come quando ti sposi, ovvero l’ami nel bene e nel male: la squadra del cuore non la scegli. Il Napoli ha bisogno di un sostegno morale, di un amore incondizionato. Forse, ci sono state troppe pretese sui giocatori. Il pubblico dovrebbe pensare solo al divertimento, perché lo sport è nato per unire”.
Come hai festeggiato lo Scudetto? Quanto ha significato per la città una vittoria così importante?
“L’ho festeggiato con la famiglia. Non sono andato per strada, perché volevo vivere quel momento con le persone che amavo. Lo Scudetto ha fatto unire tutta la città di Napoli, non c’erano più pregiudizi: eravamo tutti napoletani. Nessuno ha potuto dire nulla su questa vittoria, perché il Napoli ha dominato il campionato dell’anno scorso”.
Cosa ci puoi dire sui tuoi progetti futuri? Ci puoi dare qualche ‘spoiler’ sulla quinta stagione di Mare Fuori?
“Non so nulla sulla quinta stagione, anche perché il mio personaggio, molto probabilmente, è uscito dalla serie. Sui miei progetti futuri posso dire che sono in cantiere un libro e tre film”.