TRAMEZZANI E AGOSTINELLI – “È vero che l’allenatore è un uomo solo, ma in questa solitudine secondo può sempre riguardare le cose positive, sotto questo punto di vista credo che Andrea mi ha dato molto, abbiamo vissuto una bellissima salvezza alla Pistoiese in Serie B, oltre all’esperienza in Serie A a Piacenza”.
IMPARARE NELLA SOLITUDINE – “Andrea, anche se non gliel’ho mai riconosciuto, mi spiegava determinate situazioni dinamiche della differenza tra allenare e giocare. Mi è stato molto utile e porto le sue parole ancora oggi dietro. L’allenatore è solo e io sto cercando di imparare e pian pianino sto riuscendo a prendere questa direzione e in quella solitudine mi ritrovo perché sono momenti in cui puoi crescere puoi migliorare e poi ripartire”.
DIFFERENZA TRA GIOCARE E ALLENARE – “Andrea ha sottolineare il fatto della differenza tra giocatore e allenatore anche lì Io penso che siano due lavori completamente diversi sinceramente, perché hai delle responsabilità che ti portano a dover ragionare per la squadra, per il gruppo, hai a che fare più direttamente con il club, mentre da giocatore obiettivamente è come se fosse quasi un lavoro più individuale”.
MOURINHO INGOMBRANTE – “La Roma sembrava veramente una squadra senza energia, un po’ confusa e preoccupata. Questa è l’impressione che mi dava vedendola giocare in diverse partite. Mourinho è e rimane uno degli allenatori più bravi e verrà ricordato sicuramente per tutto quello che ha fatto e che ha vinto. Negli ultimi due anni e mezzo Mourinho era la Roma in tutto e per tutto, le persone, la gente, i tifosi andavano allo stadio riempiendo l’Olimpico qualsiasi partita di qualsiasi competizione soprattutto per lui. Questo aspetto qui credo che non abbia permesso poi alla squadra di crescere. Allora è stato un aspetto importante, fondamentale per Mou, un pochettino meno e forse un po’ ingombrante la sua presenza, la sua personalità, il suo modo di vedere le cose”.
ESPERIENZA MOU INCOMPIUTA – “Dopo due anni e mezzo però a livello tattico la mano dell’allenatore si vede, così come i risultati e il plasmare i giocatori a livello individuale e caratteriale. Se guardo indietro non vedo ora questi grandi miglioramenti. Credo che l’esperienza di Mourinho a Roma sia un po’ incompiuta”.
DE ROSSI SCELTA VINCENTE – “De Rossi è una grande sorpresa. Innanzitutto perché non aveva da primo allenatore una grande esperienza, sulla panchina della Spal non ha ottenuto dei risultati importanti, è stata un’esperienza molto breve. Andare a Roma, sapendo benissimo quanto lui tenga questa maglia, poteva essere molto rischioso, pericoloso e secondo me si è proposto subito cercando di dare di trasmettere tranquillità e serenità ai ragazzi portando quelle che sono le sue idee. Mi sembra che la squadra va in campo si diverta, sia un pochettino più spavalda, abbia molta più energia, consapevolezza, cerchi di giocare un calcio un pochettino più spregiudicato e sicuramente meno difensivista rispetto all’allenatore precedente ,quindi secondo me De Rossi ha già portato tante cose in solo un mese da quando siede su questa panchina, al momento è assolutamente una scelta vincente”.
CALZONA PUÒ DARE MOLTO – “Mi è capitato di arrivare a stagione in corso e andare in panchina dopo due giorni e un allenamento e mezzo fatto. Perché il giorno prima della partita solitamente è più una rifinitura per rivedere magari alcuni dettagli. L’effetto positivo potrebbe essere il fatto che comunque l’allenatore conosce bene questa squadra, apprezza e gioca il calcio che praticava il Napoli l’anno scorso. Mi sembra dall’indicazione di quelli che dovrebbero essere almeno i primi 11 a giocare che abbia sistemato le cose e semplificato, mettendo i giocatori nelle condizioni di giocare il loro calcio nel loro ruolo. Deve solamente dare un po’ di fiducia e un po’ di serenità in questo momento, cosa che secondo me è mancata nella gestione da parte della società. Di conseguenza poi è mancata anche a livello ambientale e io credo che poi i giocatori dopo il secondo cambio obiettivamente è come se avessero un pochettino gettato la spugna, forse non un pochettino rassegnati ad arrivare il prima possibile al termine della stagione. Quindi energia nuova, una lingua nuova, con un allenatore che non ha una grandissima esperienza ma ha fatto molto bene anche nella nazionale della Slovacchia raggiungendo un obiettivo storico. Chiaramente sulla partita contro Barcellona può incidere poco, ma sotto il punto di vista motivazionale può invece dare veramente molto”.
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