Nevio Scala, storico ex allenatore del Parma, ha parlato in diretta ai microfoni di Tv Play.
NON TUTTO DA BUTTARE – “Ho abbandonato il calcio molto tempo fa, la mia attività finisce prima con Mosca e poi con Parma. Ho avuto qualcosa di straordinario dal mondo del calcio, che comunque non è da buttare. Si sono però inseriti degli elementi che lo hanno un po’ modificato, anche esasperato. Quindi io amo ricordare i miei tempi non solo al Parma, ma anche al Borussia Dortmund, allo Shakhtar Donetsk… Ho dei ricordi indelebili, ma è chiaro che l’inserimento di grandi capitali e grandi aziende intenzionate a sfruttare il calcio non per la sua bellezza, ma per l’aspetto economico, hanno un po’ modificato il modo di agire in questo sport. Andrebbe fatto un passo indietro per tornare un po’ a quei valori che ai miei tempi erano fondamentali per raggiungere il risultato”.
ANTICHI VALORI – “È difficile dire se mi sarei infastidito per social e telecamere negli spogliatoi, perché i tempi cambiano e bisogna anche saper accettare i compromessi. Al Nevio Scala di 30 anni fa le telecamere negli spogliatoi avrebbero sicuramente dato fastidio, oggi ti direi che se si comportano in un certo modo, senza essere invadenti potrei accettarle in maniera un po’ più serena. La società è cambiata e anche il calcio ha la necessità di cambiare, però credo che se certi valori che dicevo prima fossero messi come piedistalli allora il calcio potrebbe ancora sperare in un futuro importante”.
PECCHIA STRAORDINARIO – “Ripensare al mio Parma è sempre bello e incredibile, forse è una cosa irripetibile, perché i tempi sono cambiati e oggi le cose funzionano in maniera diversa. Io però sono in contatto con Parma, con una persona straordinaria che è Giampaolo Dallara. Era un mio dirigente quando tornai a fare il presidente. Parma ha voglia di tornare in alto e credo che questo sia l’anno buono perché Fabio Pecchia sta facendo un lavoro straordinario. Sono già stati fatti degli acquisti importanti e il presidente ha promesso di venirmi a trovare così potremmo parlare anche del futuro che potrebbe essere veramente di grande livello”.
CAPELLO, SACCHI E PRANDELLI – “Mi trovo in difficoltà a dire chi possano essere stati gli allenatori più “visionari”, perché non ho mai fatto classifiche e non sono legato particolarmente a nessuno dei miei colleghi, al punto da sentirci telefonicamente con frequenza o cose di questo tipo. Però se dovessi fare un excursus ce ne sono tanti che sono stati in grado di portare qualche novità nel mondo del calcio. Da Fabio Capello ad Arrigo Sacchi, ma anche Cesare Prandelli e sicuramente dimentico qualcuno. Un allenatore deve essere fortunato ad avere nel momento giusto i giocatori giusti. Aldilà dei meriti individuali di un allenatore credo che siano da ascrivere ai giocatori i meriti più importanti. Se un allenatore riesce a gestire con grande intelligenza e grande capacità il gruppo che ha a disposizione allora quello diventa un grande allenatore”.
GUARDIOLA O SACCHI – “Guardiola è stato giocatore del Brescia quando ero l’allenatore a Parma, l’ho chiamato e gli ho detto ‘Perché non vieni a giocare con noi a Parma’ e lui m’ha detto ‘Mister, mi dispiace e la ringrazio della telefonata, ma torno a Barcellona’ e infatti poi è tornata a Barcellona. Quindi direi che in questo momento, non me ne voglia Arrigo per il quale ho una stima incredibile perché ha fatto delle cose delle cose straordinarie con un Milan straordinario. Perché non dobbiamo dimenticare che il Milan aveva dei giocatori che si poteva stare in panchina e dormire lasciando fare a loro quello che erano capace di fare. Quindi Guardiola non so se sentirà questo mio complimento, ma ho una stima di lui incondizionata”.
ZOLA – “Non vorrei fare classifiche, che poi qualcuno ci resta male, però un giocatore che a cui mi sono legato è Gianfranco Zola. Sia da un punto di vista tecnico che da quello umano un giocatore di altissimo livello. Credo che sia stato veramente uno dei calciatori più importanti che l’Italia ha avuto, io ero compagno di Gianni Riversa, ho giocato assieme a Sandro Mazzola, Facchetti… ce ne sono stati tantissimi di calciatori degni di grande attenzione”.