L’ex calciatore brasiliano Zé Maria, che ha giocato con Parma, Inter e Perugia, ha parlato in diretta ai microfoni di Tv Play.
IL SOGNO NEL CASSETTO – “La mia prima esperienza è stata in Romania, un paese che conoscevo poco e niente, ma è stato bellissimo. In Kenia è un altro mondo, per tutte le difficoltà logistiche ecc. anche a livello tecnico è un altro mondo, molto simili ai brasiliani per come giocano e dove giocano, in campi che non esistono, per strada, grande controllo palla, però avevano tanta voglia di imparare e infatti abbiamo vinto campionato e supercoppa. Anche in Albania sono andato a lavorare al Tirana, la squadra più importante del paese che però era retrocessa, poi anche lì abbiamo vinto campionato e supercoppa. Quindi sono tornato in Brasile nella squadra dove sono cresciuto a San Paolo, al Portuguesa. Ora sono tornato a Parma nel 2022 e ho iniziato questo nuovo incarico coi giovani, sto bene qua e sono già due anni che collaboro. Tornare ad allenare i “grandi” è ancora un sogno nel cassetto”.
MEGLIO UN ALLENATORE CON ESPERIENZE DIVERSE, IO SONO PRONTO – “Dispiace non avere le possibilità di altri personaggi. Le raccomandazioni sono tante, serve un DS che si fidi di te, o procuratore con agganci nei club. Io ho sempre preferito fare la gavetta e la mia esperienza per creare un curriculum, perché un allenatore deve saper gestire situazioni diverse. Perché un allenatore deve essere bravo a capire chi ha davanti e non forzare i giocatori ad adattarsi al suo modo di giocare, così funziona. Avere questa flessibilità per me è importante, poi se arriva la possibilità io sono pronto”.
UN MIX TRA ANCELOTTI, COSMI, ZAGALLO, SCOLARI E MANCINI – “Io ho il privilegio di essere stato allenato da campioni del mondo ed europei. Non penso ci sia un allenatore ideale. Io dico sempre che Ancelotti mi ha insegnato la gestione del gruppo, lui credo sia il numero uno in questo, non a caso è tra i più vincenti. Cosmi mi ha insegnato la grinta fuori dal campo. Poi ho avuto anche i campioni del mondo Zagallo e Scolari, ma anche Mancini, che ha vinto tantissimo. Ho cercato di fare un mix da ognuno di loro, poi cerco sempre di metterci nel mio”.
COL PERUGIA RETROCESSI PER FORZA – “Cosmi arrivò al Perugia dalla Serie C, all’inizio era una situazione più grande di lui, ma ha mettere insieme un ottimo gruppo ed è stato bravissimo con Gaucci a creare un qualcosa che per 4 anni ha funzionato benissimo. Poi non so perché siamo diventati antipatici a tutti, quando siamo retrocessi non è accaduto solo per demeriti nostri ma se vai a rivedere certe partite ti danno l’idea che dovevamo retrocedere per forza, non so se fosse per un problema creato dal presidente fuori, ma ne abbiamo fatto le spese noi”.
MATERAZZI A VOLTE ESAGERAVA – “Marco lo conosco sia come calciatore che come uomo ed è una persona fantastica. Siamo stati compagni di squadra sia al Perugia che all’Inter. Eravamo vicini di casa e uscivamo spesso insieme. Nell’agonismo e nell’adrenalina anche i giocatori più tranquilli al mondo cambiano. Marco esagerava a volte con qualche entrata, ma lo facevano anche gli attaccanti che visti da fuori sembravano bravissimi, magari davano gomitate. All’epoca non avevamo il var e le cose in campo capitavano, spesso erano brutte”.
PIPPO INZAGHI FACEVA LA BATTAGLIA COI DIFENSORI – “In una partita Pippo Inzaghi una volta mi ha lasciato il gomito dentro le costole, lui si sapeva che faceva la battaglia con tutti i difensori. Tant’è che si è spaccato tante volte, ma ha spaccato a sua volta. Era un darle e prenderle, capitava”.
LAUTARO OGGI FA PIÙ PAURA DI TUTTI – “In Italia oggi il calcio è cambiato tantissimo, qualche anno fa avevamo di fronte Totti, Ronaldo, Del Piero, Vieri. Oggi non vedo giocatori così ma Lautaro mi pare il più difficile, quello che fa più paura da affrontare. Coniuga tecnica, forza, potenza e non ha paura dei difensori. Parlando col padre mi disse che lui voleva che facesse l’esterno, voleva sempre la palla tra i piedi”.
THEO MEGLIO DI DIMARCO – “Miglior terzino sinistro vedo una bella lotta tra Dimarco e Theo Hernandez, quando stanno in forma fanno la differenza, coi tiri e i cross. Se fossi costretto a scegliere prendo Theo perché Dimarco ha il problema che non dura 90 minuti. Theo si gestisce meglio, Dimarco quando arriva il 60º inizia a calare e viene spesso sostituito. A destra mi piace molto Dodò anche se si è infortunato. Terzino alla vecchia maniera che parte da dietro arriva in fondo e sa crossare”.
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