Juanito Gomez, ex attaccante argentino di Hellas e Cremonese, oggi nella Virtus Verona in Serie C, ha parlato ai microfoni di Tv Play.
“I RIGORI DOVEVA BATTERLI JORGINHO” – Ho sentito che parlavate di rigori. In Serie A non ne ho mai calciati, ma la storia è bella perché in Serie B li battevo e facevamo a turno con Cacia. Nel ritiro successivo quando abbiamo vinto la Serie B e siamo andati in Serie A, Mandorlini si è arrabbiato perché ho provato a calciare un rigore e nella prima amichevole, che tra l’altro ho segnato. Però lui voleva a tutti i corsi a tutti i costi che li tirasse Jorginho. Quindi ha iniziato a battere lui che tra l’altro dopo ha fatto parecchi gol su rigore prima di andare a Napoli e invece quando è andato via l’incaricato era Luca Toni. Jorginho è un amico e sono di parte, ma sui rigori le percentuali parlano per lui. Ha avuto la sfiga di sbagliare quello, ma ne ha segnati altrettanti di importanti.
“GRAZIE A CACIA PER LA SERIE A” – Non sono io che ho rubato dei gol a Cacia per il record. Quando è arrivato al Verona ero io il rigorista in Serie B, anzi sono io che ne ho concessi a lui quindi! Gli sono molto grato comunque perché grazie ai suoi gol mi ha permesso di arrivare in Serie A e poi dopo è arrivato anche un altro grande attaccante come Luca Toni con cui siamo rimasti altri due anni.
“FORSE ROMA NON È STATA LA SCELTA GIUSTA” – Iturbe è stato fondamentale quell’anno con noi e era riuscito a far vedere delle potenzialità incredibili, forza fisica, cattiveria, tiro. Ci auguravamo tutti di più, poi non so le dinamiche, ma a Roma non è riuscito a tirare fuori il meglio. Non so cosa sia successo, forse Roma non è stata la scelta migliore, magari da un’altra parte sarebbe stato diverso.
“INDIMENTICABILI I GOL ALLA JUVE” – I due gol alla Juve sono stati il mio momento più bello in Serie A. Era la Juve che vinceva tutti gli scudetti e che sarebbe andata a giocare la finale di Champions contro il Barcellona. Per noi quel pareggio fu importantissimo, fu emozionante. La gente ancora li ricorda.
“VIRTUS COME UNA FAMIGLIA” – Alla Virtus Verona in Lega Pro e è tutta un’altra realtà rispetto alle società dove sono stato prima. È una società da 7 anni nei professionisti ed è diversa perché è come se fosse tipo una famiglia, una squadra di paese. Praticamente abbiamo il presidente che fa anche l’allenatore e tutto da più di 45 anni. È una famiglia, loro erano abituati a fare altre categorie dilettantistiche, con abitudini diverse dove ci sono meno regole e magari ci si trova tutti a mangiare obbligatoriamente una volta a settimana. Diverso da tutte le realtà calcistiche, però comunque con meno pressione. È divertente e emozionante, perché continui a fare delle partite contro grandi squadre come magari può essere il Padova, la Triestina, il Mantova, che lottano per tornare in alto.
“I BAMBINI ARGENTINI VOGLIONO DIVENTARE COME LAUTARO” – Lautaro già in Argentina aveva fatto vedere delle buonissime cose, per questo l’Inter ci ha creduto e ha investito su di lui. Piano piano ha trovato sempre più continuità, più di tutto, s’è guadagnato anche la nazionale e ha vinto il Mondiale. Quindi per noi tutti argentini è un punto di riferimento. Adesso tutti i bambini oltre a Messi quando crescono vogliono essere come lui.
“TRA LAUTARO E JULIAN ALVAREZ” – Difficilissimo scegliere ma se fossi un presidente sceglierei Alvarez, solo perché è più giovane, ha vinto tutto e magari come investimento può essere migliore.
“SOULÉ COME LAUTARO” – Soulé sta facendo vedere cose molto importanti, non era facile andando in una squadra non di vertice. Invece essere già in doppia cifra a febbraio mettendosi la squadra sulle spalle significa che può diventare un campione come Lautaro. La Juventus ha un buon materiale su cui lavorare.