FILIPPINI: “LOTITO VENIVA A MOTIVARCI IN LATINO PRIMA DELLE PARTITE”

Antonio Filippini è stato ospite di Tv Play nel corso di The Lunch Dance

“CALCIO FEMMINILE AFFASCINANTE” – È da un anno che alleno nel calcio femminile, che trovo bellissimo e affascinante. Non passa giorno in cui non sia molto contento della mia scelta.

“SEMPRE DATO IL 100%” – Mi manca giocare in grandi stadi come San Siro o l’Olimpico, ma anche l’atmosfera dello spogliatoio. Dall’aspetto del calcio giocato nulla, perché ho sempre dato il 100% e non ho rimorsi da questo punto di vista.

“CALCIO FEMMINILE NEI GRANDI STADI” – La prima cosa che manca per l’upgrade del calcio femminile ai grandi stadi è la cultura degli addetti ai lavori che lo vedono come uno sport minore. Te lo dice uno che è stato nel calcio maschile per 30 anni. È calcio vero a tutti gli effetti. Se questo cambio avviene si potrà vedere il calcio femminile anche nei grandi stadi. È un calcio molto trasparente e all’inglese in un certo senso, … la gente può innamorarsi di questo sport.

“CALCIO FEMMINILE STA CRESCENDO” – Grassadonia come me è entrato nel calcio femminile in punta di piedi perché bisogna studiare le differenti dinamiche, di forza, resistenza ecc. noi portiamo la nostra esperienza per portare a casa i 3 punti. Con l’aiuto delle ragazze e delle direttrici possiamo migliorare e si sta già crescendo molto.

“GUARDIOLA LITIGAVA CON MAZZONE” – Guardiola già quando giocava aveva la sua idea di calcio e di come affrontare gli avversari. Guardando le sue partite vedo che mette in pratica ciò che già pensava. Diceva “voi mi dovete dare la palla anche se ho 2 o 3 giocatori addosso, perché vuol dire che ci saranno altri compagni liberi a cui potrò darla io. Non serve lanciare la palla”. Questo già ti faceva capire la sua filosofia, anche sotto pressione, ma con Mazzone a volte litigavano, sempre con il massimo rispetto però.

“MAZZONE E GUIDOLIN MODELLI” – Mazzone è il mio modello per la gestione dello spogliatoio. Nessun giocatore ha mai parlato male di lui e tutti gli hanno sempre voluto bene perché lui li gestiva come persone prima che come giocatori. Anche Guidolin molto bravo, specialmente sulla concentrazione e la messa a fuoco della partita. Ho la mia idea di gioco, ma tra passato e presente ho cercato di prendere spunto.

“OLTRE I BAGGIO SERVE CHI CORRE, COME I FILIPPINI” – Avere un Baggio in squadra è più facile quando sei un allenatore. Ovviamente non possono esserci tutti Roberto Baggio ma serve anche chi corre alla Filippini. Serve un sistema di gioco che se lo organizzi bene in settimana poi vinci.

“LOTITO VENIVA A PARLARCI IN LATINO” -Il primo Lotito aveva tantissimo entusiasmo perché era alla sua prima esperienza e primo anno alla presidenza della Lazio. Veniva spesso a Formello e ci teneva anche un’ora e un quarto a parlare, parlava anche in latino. Quello forse era un po’ troppo. Lui iniziava a parlare della motivazione e dopo dieci minuti iniziavamo a guardarci e pensavamo “Ok che è il presidente ma noi dobbiamo fare la partita”. Abbiamo capito però che era un suo modo per farci sentire la sua vicinanza.

“CAPISCO CHI VA IN ARABIA” – Penso da alcune dichiarazioni di giocatori che vanno in Arabia anche se dicono il contrario vadano là per i soldi. Li capisco perché se guadagni 1 e ti offrono 20 certe offerte sono irrinunciabili. Magari ecco chi ha già tantissimi soldi potrebbe fare scelte diverse piuttosto che andare a prendere cifre che poi non riesci a spendere neanche in tutta una vita.

“OBIETTIVO SERIE A” – Caterina Baggi è il nostro bomber, ma qui dobbiamo parlare di squadra, perché molto ben assistita. Abbiamo voluto alzare il livello per stare tra le prime 5. Se riusciremo ad arrivare in Serie A saremo più contenti. Come il discorso di prima però Baggio è importante ma anche i Filippini e i Gattuso contano.

“RONALDO E NEDVED” – Il più forte di tutti che ho affrontato è Ronaldo il brasiliano, se lui era in forma era lui contro il resto della squadra. Il più difficile affrontato nella mia posizione invece Nedved, davvero spigoloso e antipatico, nel senso positivo del termine.

“IO E MIO FRATELLO” – Litigammo con i giornalisti che ci consideravano solo in coppia. Quando io sono rimasto al Brescia e mio fratello è andato al Parma abbiamo dimostrato di avere ragione. Io feci fior di gol, lui giocò in coppa Uefa e Prandelli lo considerava imprescindibile. Giocavamo bene in coppia perché avevamo intesa e chi non giocava

 

 

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