DE TONI (SINDACO UDINE): “PRONTI A COSTITUIRCI PARTE CIVILE CONTRO I RAZZISTI. CITTADINANZA ONORARIA A ZAKI, PERCHE’ A MAIGNAN NO?”

Alberto Felice De Toni, sindaco di Udinese, è intervenuto in diretta esclusiva ai microfoni di TVPlay: le sue dichiarazioni sul caso Maignan.

“UN’OCCASIONE PERSA, E’ DIVENTATA UNA DISCUSSIONE POLITICA” – “Ovviamente sono rimasto deluso perché ho fatto una proposta all’intero consiglio comunale di conferire la cittadinanza onoraria a Mike Maignan come simbolo di una persona che ha avuto il coraggio di ribellarsi al razzismo. Volevo associare la nostra città e l’intero Friuli ad essere in prima linea in questa lunga grande battaglia, purtroppo anziché rimanere sugli interessi del paese, del calcio e dello sport siamo scesi a un livello di dialettica di maggioranza e minoranza. Siccome per la cittadinanza onoraria servono i 3/4 dei consiglieri, la nostra maggioranza era disponibile per i 2/3 era chiaro che se la maggioranza non voleva fare un dispetto al sindaco aveva la possibilità di farlo. Noi abbiamo cercato in tutti i modi di dire che non era questo il piano del confronto, purtroppo questo non è stato accettato e quindi siamo andati in questa situazione. Ovviamente è un grande peccato, l’ha detto anche gravina che abbiamo perso un’occasione ma evidentemente non sono maturi i tempi. il razzismo del secolo scorso ha alimentato il nazismo e lo Shoah, non nasce ieri viene da lontano e questo passaggio a Udine era un’altra tappa ma sono consapevole che la strada per battere il razzismo è lunga anche se paradossalmente la distanza è breve perché il traguardo è dentro i nostri cuori”.

“IL RAZZISMO NEL CALCIO NON E’ UNA BARZELLETTA, INGIUSTO PUNIRE TUTTI I TIFOSI” – “Non è una barzelletta, è vero che erano cinque persone ma capita quasi in ogni stadio. Qui è successo un fatto particolare che Maignan ha deciso di uscire dal campo è questo il motivo per cui c’è stato grande clamore. Io credo che i diritti universali, civili e sociali siano le basi comuni per lottare insieme, se noi rinunciamo a queste basi possiamo dimenticarsi le altezze. Se vogliamo diventare una società solidale, integrata dove ci si voglia bene dobbiamo partire da questi diritti e dissociarsi in maniera netta da queste poche persone che per fortuna grazie alla tecnologia sono state individuate e denunciate. Non è un giusto punire un’intera città, territorio e un intero gruppo di tifosi, io ho proposto per dare una risposta alta e purtroppo non l’ha colta e preferito entrare nel merito di una diatriba nel post-partita arrivata fino al Senato”.

“DUE PESI E DUE MISURE CON ZAKI E MAIGNAN” – “Tre anni fa Fontalini che guidava l’amministrazione di centro-destra ha dato la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki in segno simbolico a una lotta di regime oppressivo quello egiziano quindi c’erano tutte le condizioni per darla a Maignan come lotta al razzismo. Si sono fatti due pesi e due misure, l’altra volta il centro-sinistra ha votato favorevolmente alla proposta del sindaco di centro-destra e stavolta non è successo. Dovete chiederlo a lui, secondo me era un grande gesto e un grande modo per dissociarsi completamente da pochi esagitati che sono ignoranti. Il comportamento di chi ha votato contro no è non è stato razzista, hanno preferito essere contro la maggioranza anziché contro il razzismo scegliendo un obiettivo piccolo rispetto a quello grande. Ci saranno altre occasioni per cui la minoranza voterà contro la maggioranza ma stavolta non era il caso”.

“BISOGNA COLPIRE SOLO I COLPEVOLI, LA GIUSTIZIA SPORTIVA DEVE CAMBIARE” – “Non è facile perché purtroppo gli stadi diventati luoghi di sfogo, di tensioni sociali, di bisogna d’appartenenza e piace a meno sono il punto più sensibile dove si scaricano insicurezze e paure. Noi avevano già accordato con la società di corsi di educazione per le scuole e di fare testimonianze. di sicuro bisogna utilizzare le scuole come luogo fondamentale ma secondo me dobbiamo separare i comportamenti pochi dalla collettiva. Se sarà confermata la chiusura dello stadio, tutti gli abbonati saranno penalizzati. Purtroppo rischiamo di alimentare anziché sedare i conflitti, secondo me andrebbe fatta una rivisitazione delle punizioni. Le pene collettive erano le rappresaglie in tempo di guerra, figlia di un periodo di conflitti. ora per fortuna siamo in pace, abbiamo le tecnologie ma serve un passo coraggioso della giustizia sportiva di dire superiamo il concetto di responsabilità oggettiva delle società andando a individuare i singoli individui”.

“VALUTEREMO L’IDEA DI COSTITUIRCI CONTRO I RAZZISTI” – “L’idea di costituirci parte civile contro i razzisti è un suggerimento che valuteremo senz’altro ma prima bisogna vengano attivati i processi. Può essere un segnale che valuteremo con attenzione, vi dico che mi piacerebbe confrontarmi con la giustizia sportiva e le società perché secondo me un’azione del genere va concordata con loro che sono loro i primi attori di questa partita, anche se noi abbiamo interessi fondamentali per la difesa della città”.

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