Andrea Spizzica, il primo maestro di tennis di Yannick Sinner, ha parlato in diretta ai microfoni di Tv Play.
“GRAZIE A NOI HA SCELTO IL TENNIS” – Yannick è un grande atleta. Viene da un paese che è Sesto Pusteria in cui ha iniziato, ma il suo primo maestro è quello di sci e ha iniziato sempre lì a giocare a tennis poi successivamente è venuto nella scuola mia e di Heribert Mayr, maestro storico di Brunico, da lì in poi è rimasto dagli 8-9 anni fino ai 14 con noi. Quindi non sono proprio il primo maestro. Era molto bravo a sciare, ma nel momento in cui con noi ha iniziato a raggiungere dei risultati importanti a livello nazionale fortunatamente ha scelto il tennis. Ricordo una semifinale ai campionati italiani under12, una finale under 13, lì gli è balenata l’idea “sì lo sci mi piace, ma nel tennis son bravo” e fortunatamente ha fatto questa scelta.
“NUOVO TOMBA” – Non è facile fare meglio di quello che sta facendo. Se avesse fatto nello sci quello che sta facendo nel tennis avremmo avuto un nuovo Tomba.
“NON CI SONO LIMITI” – Medvedev è entrato in campo con una strategia ben chiara. Era molto più aggressivo e l’ha messo in difficoltà da subito. Yannick però è rimasto lì, l’ha lavorato ai fianchi e alla prima distrazione è entrato in battaglia facendo poi un’impresa, perché vincere uno slam così alla prima finale è veramente da campioni. Ci stupisce di volta in volta, ma ormai non c’è più limite.
“PUÒ ANCORA MIGLIORARE” – Ha assolutamente ancora margini di miglioramento. Negli ultimi 6 mesi il più importante è stato il servizio, gli ha cambiato totalmente il gioco che è diventato più aggressivo. Il servizio se ci avete fatto caso l’ha salvato nel quarto set da delle palle break molto importanti. A questo punto miglioramenti possono esserci anche se ha già fatto un grande salto a livello fisico, sicuramente sta lavorando ancora, magari può migliorare sotto rete, ma il suo staff sta lavorando benissimo sia sotto l’aspetto tecnico che atletico. Io ho avuto la fortuna di essere sul suo cammino, ma il resto lo mette lui. Uno può avere i migliori allenatori, ma la testa e il cuore che ha messo lui in quella partita con attenzione e resilienza sono unici. Onore al merito, si deve godere questa vittoria adesso.
“NUMERO UNO” – Virtualmente è numero uno visto quello che ha fatto negli ultimi mesi anche in Coppa Davis. Manca solo la classifica, ma per come ha iniziato… La stagione è molto lunga e faticosa, si fa presto a parlare, ma per diventare numero uno ci sono anche gli altri, da Djokovic ad Alcaraz anche se a altissimi livelli fa ancora un po’ fatica, poi sta rientrando Zverev. Non è così scontato, diciamo che è partito col piede giusto, se non è quest’anno magari sarà il prossimo ma ci arriverà.
“SEMPRE COL SORRISO” – Io l’ho avuto dagli 11 ai 13-14 anni quando ha iniziato a lavorare un po’ di più e lo ricordo sempre col sorriso. Era facile con un ragazzino così che entra in campo e anche quando non apprendeva subito gli insegnamenti comunque gli piaceva. Chiaro che poi giocare uno slam con tutte quelle pressioni avere il team serve anche a far sfogare e ritrovare equilibrio.
“CI SONO RAGAZZI PIÙ BRAVI DI SINNER” – Io non sono stato a quei livelli, ho avuto una discreta classifica, ma sono sempre stato nel mondo del tennis. Ormai sono 25 anni che insegno, ne ho visti tanti anche entrati in nazionale, ma a quell’età per quanto possano essere bravi è impossibile pronosticare, parliamo di ragazzini di 13-14 anni. Seguendo il circuito under ci sono ragazzi attualmente anche più bravi di quanto fosse Yannick a quell’età, ma ci sono troppe variabili per prevedere. Lo sviluppo che ha avuto quando è andato nell’Accademia di Piatti è stata esponenziale. Non si può prevedere, puoi dire se uno è bravo o meno bravo, ma poi tanti ragazzi che vincevano più di Sinner da ragazzini poi non sono arrivati. Devi avere una grossa forza di volontà, anche solo per arrivare in quel tabellone, si parla di un’eccellenza e serve spirito di sacrificio e lavorare giornalmente.
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