Olivier Giroud tra presente e futuro: il centravanti francese si racconta e svela un retroscena su Stefano Pioli e sul possibile addio
Ben 43 gol finora con la maglia del Milan, 10 solo in questa stagione conditi da sette assist. Olivier Giroud sfida la carta d’identità, perché a 37 anni è ancora più decisivo che mai. Si è caricato sulle spalle – larghe, larghissime – la squadra rossonera e la tiene a ridosso di Inter e Juventus, in terza posizione.
“Al Milan sto bene, ho un grande rapporto con Pioli ed il suo staff” ha ammesso in una lunga intervista il bomber francese, 56 reti in Nazionale e la palma del miglior marcatore fin qui. “Non si finisce mai di crescere e credo che per i più giovani possa essere un buon esempio il mio” ha poi aggiunto il centravanti, 12 trofei in bacheca, comprese Champions League e Coppa del Mondo.
Un buon rapporto con Ibrahimovic, “mi vuole più leader, mi parla e mi incoraggia sempre“, non si pomìne limiti in questa stagione. I 20 gol sono un obiettivo, così come arrivare a doppia cifra negli assist, numeri ampiamente alla sua portata, vista la prima parte di stagione.
Ed ha le idee chiare anche sullo scudetto. “Juve ed Inter stanno disputando una grande stagione ma possiamo provare ad accorciare se stiamo bene. Ad Aprile le sfideremo entrambe e vedremo ma per il momento è difficile pensare al titolo” ha candidamente ammesso.
Milan, Giroud si sbilancia sul futuro: decisione presa dopo il ritiro
Giroud ha anche parlato di Stefano Pioli e del rapporto che ha con il tecnico. “Abbiamo una relazione di fiducia reciproca, per la squadra e lui do sempre il massimo“, ha spiegato, ammettendo come abbia festeggiato anche per lui dopo la rete alla Roma.
“Non so cosa accadrà in futuro” ha spiegato Giroud, “al Milan mi sento bene ma con il club non ho affrontato l’argomento rinnovo, decideremo più avanti. Gli Stati Uniti? A fine stagione prenderò la mia decisione, sia come calciatore che come padre, vi sono anche altri Paesi“. Il francese, peraltro, ha spiegato come non avrebbe alcun problema in caso di concorrenza interna, se il Milan dovesse acquistare un altro centravanti più giovane. “Uno stimolo per fare sempre di più” l’ha definita.
Idee chiare anche sul futuro, appesi gli scarpini al chiodo. “Non farò l’allenatore, è troppo stressante. mi piacerebbe invece diventare direttore sportivo ed occuparmi di mercato, prima squadra e settore giovanile. Sono situazioni che danno una visione di insieme“.