PINNA: “GUERRA INTERNA ALL’AIA, C’E’ UN CLIMA DIFFICILE MA ROCCHI CHIEDE UNITA’. VAR? SERVE SISTEMA MENO PENALIZZANTE “

Edmondo Pinna, giornalista del Corriere dello Sport, è intervenuto in diretta ai microfoni di TvPlay.

“GUERRA INTERNA TRA GLI ARBITRI PER ACQUISIRE POTERE, SI VUOLE PORTARE ROCCHI IN CIMA” – “All’interno dell’Aia si sta scatenando una guerra che sta facendo vittime tra gli arbitri nata dalla volontà di scalare posizioni e acquisire potere visto che tra poco meno di un anno si svolgeranno le elezioni della nuova presidenza. Il piano sarebbe quello di portare in cima all’Assoarbitri l’attuale capo designatore Rocchi, mentre dal lato opposto c’è l’ex presidente Alfredo Trentalange costretto alle dimissioni per il caso d’Onofrio nonostante sia stato assolto. Quest’ultimo, diventato capo della procura dell’Aia, era stato accusato, secondo la procura di Milano, di narcotraffico ed è stato costretto alle dimissioni. Questo clima c’è sempre stato e non è una situazione nuova ma mai come quest’anno la sfida è così cruenta e feroce, non c’è esclusione di colpi”.

“NESSUNO COME ROCCHI IN PASSATO HA AMMESSO RIPETUTAMENTE GLI ERRORI ARBITRALI” – “In 16 anni di attività io non ho mai sentito il designatore dire così ripetutamente come quest’anno di aver sbagliato. Gli anni passati quando c’era Nicchi, ad esempio, non ammettevano mai di aver sbagliato. Nicchi? Sta tornando un po’ di moda, rappresenterebbe il terzo polo, ma che c’era già quando si era dimesso Trentalange con il suo possibile ritorno dei suoi uomini”.

“CLIMA TRA GLI ARBITRI DIFFICILE, ROCCHI HA CHIESTO UNITA'” – “Io credo che sicuramente questo clima non giova agli arbitri: ieri c’è stata una call tra Rocchi e i suoi arbitri con animi tutt’altro che sereni. Qualcuno non voleva più determinate assegnazioni e questa situazione non facilità il designatore che a sua volta ha chiesto unità affrontando al meglio un girone di ritorno che si preannuncia battagliero da un punto di vista sportivo”.

“GLI ARBITRI HANNO IL GIUDIZIO DELLA LORO PRESTAZIONE LA SERA STESSA DELLA PARTITA” – “Gli arbitri sanno, mese dopo mese, in che posizione di classifica si trovano e i giudizi nei loro confronti vengono comunicati la sera stessa della partita. Una situazione migliorata rispetto al passato dove potevano passare addirittura dei mesi prima di vedere la classifica arbitrale, che determina le dismissioni a fine stagione. L’arbitro che arriva in Serie A e viene poi dismesso ha finito la carriera perché può andare ad arbitrare solo le partite dei ragazzini”.

“L’ARBITRO CHE RICORRE AL VAR VIENE PENALIZZATO IN CLASSIFICA” – “Il nodo nel giudizio degli arbitri è il Var perché chi vi ricorre subisce una penalità di 0,10 punti in classifica. L’errore di Di Bello in Juventus-Bologna ti toglie appunto 0,10, mentre se il direttore di gara non vede il rigore perché è coperto dal corpo di un giocatore allora non viene penalizzato perché è un episodio impossibile da vedere in campo. Noi molto spesso mettiamo le valutazioni in modo che anche i lettori possano capire come vengono giudicati gli arbitri”.

“SERVE UN SISTEMA MENO PENALIZZANTE, GLI ARBITRI RISCHIANO DI ESSERE IN DIFFICOLTA’ AD ANDARE AL VAR” – “In questa stagione ci sono stati 78 errori corretti con il Var, più otto commessi nonostante il Var, ma io mi chiedo che cosa sarebbe successo in un campionato così equilibrato e combattuto con 78 errori totali commessi: sarebbe scoppiata la guerra. Per me non è giusto penalizzare un arbitro che al Var, ma sarebbe più corretto magari dargli una penalità complessiva a fine stagione. In questa maniera togli l’alibi di andare al Var e la remora di chi sta dietro un monitor di chiamarlo perché rischi di togliere dei punti ad un tuo collega. Serve un sistema che non sia penalizzante da questo punto di vista”.

“APPREZZO CHE ROCCHI STIA CERCANDO DI CONDIVIDERE UNA CULTURA ARBITRALE” – “Apprezzo l’opera di Rocchi perché sta cercando di spiegare a tutti la cultura arbitrale nonostante gli errori, di cui l’ultimo quello tra Inter e Napoli con la designazione di Rapuano”.

 

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