Dopo la rabbia e le spiegazioni per i fischi nel minuto di silenzio a Gigi Riva abbiamo chiesto l’opinione del telecronista Rai Francesco Repice.
Ieri hanno fatto molto discutere i fischi durante il minuto di silenzio per Gigi Riva, come si può commentare quanto avvenuto?
Si commenta evidentemente con l’inconsapevolezza di chi andava a mostrare un’immagine simile di quelli che sono gli usi e i costumi di una terra molto lontana dalla nostra. Certo la ferita però non si rimargina. C’è come giustificazione di chi ha portato avanti questa iniziativa il fatto che dall’arrivo della notizia si doveva prendere una decisione in pochi minuti e quella decisione non ha tenuto conto di qualcosa che vige ed è presente in un posto così lontano da noi o perlomeno che non si conosceva. Quindi si commenta così, la repentinità di un triste evento e che purtroppo non si era a conoscenza di quelle che sono le tradizioni e le culture di un altro paese diverso dal nostro.
Questo è vero e questa chiave di lettura è arrivata non molto tempo dopo l’iniziale sdegno. Qualcuno però ha anche fatto notare che questa stessa cosa era già avvenuta poco tempo fa, quando è andata in scena la Supercoppa di Spagna, quando è stato commemorato Franz Beckenbauer.
In questo caso si aspettava una presa di posizione da parte delle istituzioni del calcio e dello sport italiano o anche arabo, dal momento in cui i fischi hanno nuovamente sollevato molto clamore mediatico?
Visto che però non ha parlato nessuno evidentemente entrambe le istituzioni, quelle italiane e quella araba hanno fatto scivolare la cosa semplicemente cercando di farla dimenticare il più presto possibile. Perché è stato possiamo dire “un brutto infortunio” da parte nostra, “nostra” inteso come “occidentale” e una mancata comprensione di quello che stava accadendo da parte araba e quindi il mancato dialogo e la mancata collaborazione tra le due istituzioni ha causato questa cosa che c’ha però lacerato profondamente… mettiamola così, usando un’eufemismo ed edulcorando i termini.
Repice: “Davanti ai soldi non si guarda niente”
Andrebbe considerato come un motivo per una pausa di riflessione da parte della FIGC che decide di esportare il nostro calcio in paesi che però evidentemente non sono accoglienti verso i nostri costumi?
Non solo la FIGC ma anche la Lega. Anzi credo sia più la lega ad aver preso queste decisioni. I padroni del vapore sono quelli che optano per certe scelte e no, di fronte ai soldi non si guarda niente. Questa è la realtà se la vogliamo guardare in faccia, se invece vogliamo crearci delle illusioni facciamo pure. Quelle sono illusioni che fanno parte del mondo di Gigi Riva, che le illusioni le faceva diventare realtà, ma uomini come Gigi Riva ne nascono uno ogni due secoli. Forse tre.