Tiagò Djalò è ufficialmente un nuovo giocatore della Juve: il retroscena sul suo passato e il motivo per cui il Milan non ci ha creduto.
La Juve approfitta dell’impegno dell’Inter in Supercoppa per balzare al primo posto in classifica e nel frattempo batte anche il primo colpo di mercato, sfilando proprio ai rivali un obiettivo comune. Si tratta di Tiago Djalò, un profilo seguito da tempo dai nerazzurri che però ha deciso di trasferirsi a Torino dopo aver già giocato in Italia con la maglia del Milan.
Forse non tutti conoscono la carriera del nuovo acquisto bianconero ma il difensore prelevato dal Lille ha avuto un curioso passato in rossonero. L’esperienza però durò molto poco tanto che la maggior parte dei tifosi non si ricorda di averlo mai visto a San Siro e infatti hanno ragione perché non è mai riuscito a esordire in prima squadra.
Ora però il classe 2000, oltre a diventare un avversario diretto, rischia di trasformarsi in un grosso rimpianto per il Diavolo che forse l’ha lasciato partire con troppa leggerezza dopo averlo tesserato molto giovane. Si pensava potesse fare strada, visto che era considerato una grande promessa, ma poi il suo percorso è stato bruscamente interrotto per un preciso motivo.
L’avventura di Tiago Djalò al Milan è durata appena sei mesi. Un fatto strano guardando a che tipo di giocatore poi è diventato e probabilmente avrebbe fatto molto comodo anche ai rossoneri. D’ora in avanti invece se lo godrà la Juve, brava ad anticipare la grande concorrenza, strappandolo per 3,5 milioni di euro più bonus al Lille con cui era in scadenza di contratto.
Il difensore portoghese è cresciuto nel settore giovanile dello Sporting Lisbona che lasciò nel gennaio 2019 per andare al Milan al costo di un milione di euro. In quel periodo sulla panchina della prima squadra sedeva già Stefano Pioli, subentrato pochi mesi prima a Giampaolo, ma l’allora 18enne fu inizialmente aggregato alla Primavera.
Il suo esordio è datato il 9 febbraio 2019 proprio contro i pari età della Juventus prima di concludere la stagione con 13 partite in campionato e due presenze nel Torneo di Viareggio dove non sono mancati gli errori. Proprio per questo il club non l’ha ritenuto pronto per il salto tra i “grandi” e alla prima opportunità l’ha lasciato andare precisamente al Lille inserendolo nell’operazione Rafael Leao.
Una mossa per abbassare il costo del cartellino dell’attuale numero 10, che comunque ha fatto le fortune del Diavolo, ma resta un po’ di rammarico per aver sacrificato un prospetto su cui i dirigenti ci avevano visto lungo. Certamente ci sarebbe voluta un po’ di pazienza prima di vedere le sue potenzialità ma alla fine in Francia ha dimostrato di essere cresciuto in fretta meritandosi, con qualche anno di ritardo, il meritato approdo in Serie A.
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