Il neo tecnico giallorosso parla attraverso i canali ufficiale del club e la sua è una sorta di chiamata alla sua gente
Un’emozione che non ha fine. E che continua senza sosta. Basta vedere negli occhi Daniele De Rossi per capire cosa gli sta accadendo da quando è rientrato a Trigoria e in veste da primo allenatore. Il sogno di una vita. “Non ci sono parole per descrivere quello che sto passando in questi giorni“, ha detto l’allenatore giallorosso al canale ufficiale del club. Sono le sue prima frasi da tecnico della Roma e non sembra affatto emozionato o tirato anzi sembra che l’abbia sempre fatto questo mestiere e il De Rossi giocatore non era uno a cui piaceva parlare tanto, ma adesso dovrà rivedere qualche sua posizione.
E se Mourinho, forse, non è che abbia lasciato una situazione florida in termini di gioco e di classifica, ha comunque dato a questa piazza e al suo successore un’eredità importante, come quella di avere sempre e comunque lo stadio pieno. Il “sold-out” è stato merito dello Special One che aveva creato col pubblico una sinergia e una simbiosi che non è così scontata. E’ un’eredità pesante, almeno questa, è il compito di De Rossi sarà quella di mantenerla, soprattutto via. Non facile. Lui ci prova: “Penso di poter dire che non sarà la stessa cosa è un ruolo completamente diverso con diverse responsabilità, stando qui da tifoso mi sono reso conto che in base al momento di forma e al momento della squadra lo stadio era in modalità Roma-Barcellona che capitava all’epoca una volta ogni tanto”.
“Non ci serve un paracadute, ho bisogno della gente”
Una delle tante cose che ha lasciato Mou, insomma, è la gente che va allo stadio. E di questi tempi non è proprio una cosa scontata. Tutt’altro. E infatti va subito al sodo Daniele De Rossi, come era in campo, anche in panchina non è uno a cui piace perdere tempo ed è pronto a tuffarsi in questa sua nuova-vecchia realtà: “Ne io ne la squadra abbiamo bisogno di paracadute, capita alle squadre migliori di non avere paracadute, e capiterà in futuro ad altre squadre e noi dovremmo essere bravi ad approfittarne. Ci sono i margini per risalire e non avevo bisogno di paracadute ma di questa grande opportunità”.
Sul suo cammino ci sarà subito il Verona, una squadra che ha bisogno di punti anche se la situazione finanziaria non è che stia aiutando più di tanto, visto che i calciatori veronesi sembrano che debbano andare via da un momento all’altro. E’ un esame, il primo e forse quello più difficile di tutti. Lui, Daniele, è pronto, almeno dà l’impressione di esserlo. E’ stato accolto molto bene dai suo ex compagni e dai nuovi giocatori che conosce poco o che conosce da avversario come Dybala. “Sono tornato mille volte, ma da tifoso o osservatore per la nazionale o da collaboratore, sono tornato per tre partite durante l’Europeo. Penso d poter dire che non sarà la stessa cosa è un ruolo completamente diverso con diverse responsabilità, stando qui da tifoso mi sono reso conto che in base al momento di forma e al momento della squadra lo stadio era in modalità Roma-Barcellona che capitava all’epoca una volta ogni tanto”