Un team della Formula 1 potrebbe essere messo in vendita, o per lo meno così suggeriscono i rumors e certi cambi al vertice: dalla scuderia arriva l’annuncio ufficiale
La Formula 1 è uno sport fatto di curve, tornanti e rettilinei. Di accelerazioni, e di controlli del motore, e di scelte. Non tutto, insomma, può sempre girare, o meglio andare, correre nella direzione giusta: a volte capita di essere al vertice perché hai azzeccato tutto, e ne sa qualcosa la Red Bull, altre, invece, succede che non tutto si rivela perfetto – è successo anche alla Ferrari, la scuderia più presente nelle monoposto -, e si attende, o si cambia.
Cosa, però? Ecco, in una scuderia possono saltare i piloti, i team principal, la squadra di ingegneri, molto più raramente cambiano i proprietari. Eppure c’è qualcuno che ha creduto che Gene Haas, numero uno della casa automobilistica statunitense arrivata ultima nel mondiale costruttori per due anni di fila, dovesse vendere. A farlo credere è stato il fatto che, nel giro di qualche giorno, prima delle vacanze natalizie, sono stati fatti fuori prima Simone Resta, direttore tecnico del team Haas, sia Gunther Steiner, il team principale. Un movimento al vertice che ha indispettito qualcuno.
Il magnate a stelle e strisce ha chiarito in un’intervista, infatti, che il terremoto generato dal doppio addio, con annesse polemiche, specie per quanto riguarda il Team Principal a cui è succeduto il capo degli ingegneri, Ayao Komatsu, alla sua scuderia non porterà alla vendita.
Nello specifico, Haas ha detto è arrivato in Formuila 1 “per correre, non per vendere dopo un po’ e cercare di ottenere qualche ricavo”.
A proposito di scelte, dopo aver ribadito il concetto che vuole essere competitivo il prima possibile, ha spiegato che “tutte le scuderie, storicamente, hanno sempre avuto stagioni molto positive e stagioni molto negative”. Motivo per il quale no, non si arrenderà.
“Sopravvivere alle difficoltà è uno dei modi migliori che conosco per provare a diventare più forte. Poi non è vero che non abbiamo denaro a sufficienza per sviluppare. Rientriamo appena nei 10 milioni imposti dal budget cap – ha risposto ancora -. Semplicemente i soldi non vengono spesi nel migliore dei modi e per questo non riusciamo a rendere la nostra monoposto abbastanza competitiva”. Si deve migliorare sì, ma non vendere la scuderia di Formula 1.
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