E’ il punto più basso dell’esperienza romanista dello Special One, considerato come uno dei maggior imputati: la critica è sempre più dura
Quando le cose in una squadra non vanno come dove dovrebbero, si cerca subito un capro espiatorio da mettere sul banco degli imputati. Nella quasi totalità dei casi colui che viene maggiormente colpevolizzato è l’allenatore che, spesso, paga con l’esonero. Le ondate social dei tifosi colpiscono immediatamente i tecnici: Garcia è stato bersagliato prima di dover salutare Napoli, Pioli è stato attaccato e lo è ancora adesso da una parte di tifoseria, anche Inzaghi e Allegri hanno passato momenti in cui erano nell’occhio del ciclone.
Insomma, un po’ tutti, a seconda dell’andamento delle squadre. Quasi tutti. Perché l’empatia che è riuscito a costruire José Mourinho con il popolo romanista è qualcosa di non riproducibile altrove. L’esperienza in giallorosso dello Special One è, al momento, in chiaroscuro. Il successo in Conference League e la finale di Europa League raggiunte fin qui nella sua esperienza giallorossa, ma in campionato la Roma non ha praticamente mai lottato per il quarto posto.
In questi tre anni in cui il portoghese è seduto sulla panchina della capitale, per ora, questo è il più difficile. Il cammino in campionato è insoddisfacente con soli 29 punti nel girone d’andata, secondo posto dietro allo Slavia Praga nel gruppo di Europa League e soprattutto l’eliminazione per mano della Lazio nei quarti di finale di Coppa Italia.
Il ko contro i cugini, nell’ennesimo derby perso della sua gestione, ha fatto male. Alla squadra e all’ambiente che ora non è proprio così devoto al suo capopopolo. Non serve spiegare l’importanza della stracittadina a Roma. E se questo scontro vale addirittura qualcosa in più dei tre punti in classifica ma una semifinale di Coppa Italia, è lecito che la delusione sia tanta. Nonostante questo l’allenatore continua a godere della fiducia e della stima dei tifosi, che però, ad ora, sta iniziando a perdere quelle percentuali bulgare di consenso.
Diverso è il discorso se si parla della critica. I media sono spaccati, anzi forse i numeri pendono di più verso chi reputa il lavoro di Mou insoddisfacente, rispetto a chi lo difende. Tra questi c’è anche il direttore di TeleLombardia Fabio Ravezzani che ha espresso un suo commento abbastanza sarcastico su Twitter dopo le parole del tecnico sull’infortunio di Dybala: “La Bibbia di Mou. Primo Comandamento: ho perso per colpa dell’arbitro. Secondo: la Società non ha soldi e compra giocatori scarsi. Terzo: gl’infortuni mi impediscono di schierare una squadra decente. Quarto: i nostri tifosi sono meravigliosi, i migliori del mondo. Quinto: non c’è“.
Per riconquistare tutti il portoghese può fare solamente una cosa: vincere. Ma l’impresa non sembra così semplice.
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