In vista della sfida in chiave corsa Champions tra Roma e Atalanta abbiamo intervistato Carmine Gautieri, doppio ex di giallorossi e bergamaschi.
Che effetto le fa la sfida tra Atalanta e Roma?
Sono due piazze dove ho dato tanto e ho ricevuto tantissimo. Sono molto legato sia a Roma che a Bergamo e nel mio percorso sono le due città dove sono stato non bene, ma benissimo. Ho tanti ricordi indelebili da queste esperienze.
Quindi immagino sia difficile scegliere per chi fare il tifo tra le due…
Non è tanto questione di tifo o meno. Il cuore dice Roma perché sono rimasto più legato, ma poi sono contento se a fine anno sia loro che l’Atalanta raggiungono il risultato che si sono preposte.
Questa sfida può essere un dentro o fuori per la corsa alla Champions o è ancora presto?
No, è prestissimo. In Italia si fa presto a “far finire” una stagione di un club. Ci sono ancora tante partite e quando fai un passo falso, a meno che non sei a due o tre giornate dalla fine. Anche se una delle due dovesse perdere poi può incanalare una serie di tre o quattro vittorie consecutive e recuperare il terreno perduto.
Chi arriva meglio e come giudica la stagione di giallorossi e della Dea fino a questo momento?
L’Atalanta nonostante cambi spesso ci ha abituato nonostante i giocatori ad un percorso straordinario ogni anno. Sia dal punto di vista sportivo che della gestione. Penso che l’Atalanta sia un club all’avanguardia per tanti motivi, dal settore giovanile al centro sportivo e le strutture. Ha la capacità di prendere giocatori sconosciuti e rivenderli come fenomeni, perché poi ti rendono un fenomeno grazie all’ambiente e al lavoro di Gasperini. Dall’altra parte anche la Roma è un club impressionante e forte, con grandi margini di crescita. Sono convinto che anche Mourinho stia facendo un grandissimo lavoro. Ha vinto la Conference League e forse senza quell’arbitro avrebbe vinto anche l’Europa League. Quindi sarebbe stato un altro trofeo. Ora lotta per la Champions, ma è normale che dalla Roma tutti si aspettino qualcosa in più. Per il blasone, per la piazza e per l’allenatore che ha, la Roma non può accontentarsi solo del quarto posto, ma dovrebbe puntare a qualcosa di più importante, lo Scudetto.
Avrebbe preferito essere allenato da uno dei due allenatori in particolare?
Sono due grandi. È normale che se vieni allenato da un allenatore come Mourinho o Gasperini significa che sei in un top club. Perché l’Atalanta è un top club. Mi avrebbe fatto piacere essere allenato da entrambi, perché trasmettono sia l’uno che l’altro carisma, idee e crescita. Inoltre penso che anche io gli avrei fatto vincere parecchie partite, indipendentemente che uno giochi a tre, a quattro o a cinque.
Un pronostico?
Sarà una partita in cui si affrontano due squadre con due modi completamente diversi di fare calcio. L’Atalanta gioca più uno contro uno a tutto campo, mentre la Roma fa più attesa e ripartenza. E lo fa anche bene. Si tratta proprio di una scelta, ma io penso che la Roma deve stare attenta perché l’Atalanta è una squadra che rischia molto e corre tanto. Dall’altra parte l’Atalanta deve capire che si trova di fronte una squadra che, come visto anche in Coppa Italia, pur non giocando al massimo quando si accende la lampadina di Lukaku o di Dybala ha portato a casa il risultato. Per entrambe sarà tosta.
Chi può essere l’uomo che fa la giocata decisiva da una parte e dall’altra?
Da una parte c’è Scamacca, dall’altra Dybala e Lukaku, ma io penso che la Roma debba stare più attenta al contesto dell’Atalanta. Perché nel discorso della sofferenza e dell’uno contro uno va anche oltre il limite, perché giocano di gruppo, di squadra e di intensità. Dall’altra parte invece la Roma può contare più sui singoli ed è a quelli che i bergamaschi dovranno fare attenzione. Da Pellegrini a Dybala e Lukaku, ma anche El Shaarawi che quando subentra può sconvolgere la partita. Tanti giocatori che in qualsiasi momento possono far male.
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