Alessandro Giudice, giornalista del Corriere dello Sport, è intervenuto in diretta ai microfoni di TvPlay.
“DECISIONE SUL DECRETO CRESCITA RIDURRA’ ARRIVO DI GIOCATORI DALL’ESTERO” – “Io capisco le situazioni e i pareri di tutti, ma oggi il calcio italiano ha un deficit di ricavi. Quelli che esultano sui social per questa decisione sul decreto crescita sono poi gli stessi che appena si apre la campagna acquisti sono i primi a insultare i presidenti che non spendono. Il calcio è un’industria come tutte le altre e da questi ricavi ci sono le risorse per fare eventualmente degli acquisti. Certo che c’è il presidente indifendibile e c’è la proprietà che lavora in maniera più trasparente, ma noi dobbiamo ragionare a livello di sistema. Queste risorse permettevano al nostro calcio di acquistare qualche calciatore migliore colmando la differenza di ricavi che c’è con altri club. Il primo effetto di questa decisione è che arriveranno meno giocatori dall’estero. Il Loftus-Cheek, il Thuram o il Rabiot di turno sarà molto più difficile prenderli, oppure se si prenderanno bisognerà spendere di meno per altri. C’è chi dice che è un bene perché si darà più spazio ai giovani, ma questo mix permetterà di essere competitivi anche all’estero?”
“MOLTI GIOCATORI ITALIANI NON GIOCANO PERCHE’ SONO SCARSI” – “Ai giovani italiani chi gli impedisce di andare in prima squadra? Il decreto crescita valeva per gli ingaggi oltre il milione mentre per tutti gli altri giocatori italiani che guadagnano meno non è che non giocano perché arrivano stranieri che costano meno, ma perché sono scarsi. Prendiamo come esempio l’Under 23 della Juventus dove molti giocatori sono stranieri. Vedi Soulé, Iling-Jr e Yildiz: solo Miretti e Fagioli, da italiani, sono arrivati in prima squadra”.
“IMPOSSIBILE ESCLUDERE SQUADRE DAL CAMPIONATO PER UNA LEGA CHE ORA NON ESISTE” – “Io come società posso anche firmare un accordo che stipula la mancata adesione alla Superlega, ma che valenza ha tutto ciò se è una competizione che al momento non esiste!? Cioè voglio vedere come possano pensare di escludere delle squadre da un campionato per non aver aderito a un torneo che attualmente non esiste”.
“LA SUPERLEGA SI FARA’ PERCHE’ IL CALCIO ATTUALE NON PUO’ REGGERE” – “Il Milan vale circa un miliardo e il prestigio economico di una società è sempre dato dal valore attuale dei flussi di cassa futuri che quella società può aggiungere. Quindi se tu da un miliardo aggiungi 100 milioni l’anno allora in 10 anni arrivi a quell’ordine di grandezza di un miliardo. Tutto ciò avvicinerebbe lo sport al modello americano dove ci sono delle leghe più grandi e seguite, dove non c’è l’incertezza se un club ci sarà o no. La Superlega si farà, o comunque qualcosa di simile, perché l’assetto del calcio attuale secondo me non può reggere”.