Decreto Crescita, nuova rivoluzione da parte del Governo: cambia tutto, novità per le società di Serie A
Il Decreto Crescita continua a dividere il mondo del calcio. I club italiani, sfruttando questi vantaggi fiscali, negli anni scorsi – ma a tutt’oggi – hanno acquistato calciatori dall’estero grazie alla possibilità di elargire stipendi più competitivi. Una situazione, questa, che tutte le società hanno sfruttato, sia le big che le cosiddette provinciali con un grande vantaggio in termini di risparmi economici.
Esste, però, anche il rovescio della medaglia. Il protrarsi di questa agevolazione fiscale spingerà i club italiani a puntare nuovamente all’estero per ingaggiare nuovi calciatori, con una frequenza forse più massiccia ancora in questa sessione invernale.
Un vero e proprio svantaggio per tutti i calciatori italiani, penalizzati da questi vantaggi fiscali utilizzabili solo per chi arriva dall’estero. Ed infatti l’AIC ha da tempo intrapreso una sorta di crociata per l’abolizione di questa norma, tanto da scrivere addirittura al ministro Abodi. “Dati allarmanti sui giovani italiani” si legge nella missiva, un vero e proprio allarme acuito anche dai risultati della Nazionale italiana negli ultimi anni in campo internazionale.
Il Decreto Crescita, però, è stato inserito nel Decreto Milleproroghe che arriverà oggi in Consiglio dei Ministri, con il passo successivo scaturito dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Nella bozza, precisamente all’articolo 15 comma 3, è predisposto come questi vantaggi fiscali abbia una proroga fino al 29 febbraio 2024 e che “continui a trovare applicazione nei confronti in coloro he hanno trasferito la loro residenza anagrafica in Italia entro il 31 dicembre 2023“.
Ciò significa come non abbia valore retroattivo l’abolizione del Decreto Crescita che potrà essere utilizzato quindi per tutti i cinque anni da chi ne usufruisce già. E, soprattutto, salva i club almeno per quanto riguarda il mercato invernale; i club, infatti, potranno continuare ad utilizzarlo almeno a tutto gennaio per ingaggiare calciatori dall’estero.
Da parte dell’Esecutivo è arrivata una sorta di compromesso anche rispetto alla posizione del ministro Abodi che chiedeva almeno una proroga fino all’estate, in modo da “salvare” anche la sessione di luglio-agosto di mercato. Federcalcio e Lega di Serie A, per scongiurare tutto ciò, avranno due mesi di tempo.
Si dovrà lavorare ai fianchi il Parlamento affinché arrivi un emendamento che possa abolire lo stop al Decreto e ripristinarlo completamente, parlando di “conseguenze nefaste” per il calcio italiano se i club non dovessero più accedere a questo tipo di agevolazione fiscale.
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