Bologna, Thiago Motta confessa: “Non ero convinto di Zirkzee”. Curiose dichiarazioni del tecnico dei felsinei dopo il match contro l’Atalanta
Il Bologna continua a sognare. Prosegue il momento magico dei felsinei che dopo le due vittorie consecutive ottenute contro Roma e Inter concedono il tris contro l’Atalanta. In un Dall’Ara carico di un entusiasmo che non si vedeva da oltre mezzo secolo la squadra di Thiago Motta ha superato di misura i nerazzurri a al termine di un match combattuto e ben giocato da entrambe le squadre. A decidere la sfida contro i ragazzi di Gasperini è stato un gol di Lewis Ferguson: grazie alla rete del definitivo 1-0 firmata dal forte centrocampista scozzese a cinque minuti dalla fine il Bologna vola al quarto posto solitario a soli due punti da un Milan in piena crisi.
Al termine della partita un raggiante ma sempre molto prudente Thiago Motta si è presentato in conferenza stampa dove ha risposto alle domande dei giornalisti presenti. Uno dei tanti argomenti affrontati nel dopo partita ha riguardato lo straordinario rendimento fornito quest’anno da Joshua Zirkzee, il ventiduenne centravanti olandese che al suo terzo anno a Bologna è letteralmente esploso, trascinando i compagni a suon di gol e assist.
Bologna, il retroscena di Thiago Motta su Zirkzee: “Deve ringraziare soprattutto se stesso”
Motta, parlando dell’ex Bayern Monaco, ha rivelato un retroscena che ha sorpreso tutti. Il tecnico italo-brasiliano ha di fatto ammesso di non credere molto nella definitiva maturazione di Zirkzee: “Non abbiamo tutti puntato sulla sua titolarità. Io in primis non ero convinto della sua mentalità. Quest’anno invece fin dal primo giorno è arrivato con una forza mentale che ha messo a disposizione di se stesso e dei compagni“. Di fatto l’ex centrocampista di Inter e Paris Saint Germain rivela di non aver avuto particolari meriti nella crescita dell’attaccante olandese.
Thiago Motta ha poi precisato: “Se c’è una persona che ha puntato su Zirkzee quest’anno è lui stesso e questo vuol dire essere un leader come del resto lo sono in questa squadra giocatori come Ferguson, Calafiori e Freuler. Joshua ha puntato tutto su se stesso, noi non abbiamo dovuto far altro che accompagnarlo in questo processo di maturazione. Io gliel’ho detto – ha concluso il tecnico del Bologna – dev’essere orgoglioso di quanto è riuscito a fare di quanto sta facendo in queste ultime settimane perché è tutto merito suo e un po’ anche dei suoi compagni“.