Il governo, meglio il Parlamento ha quasi deciso: il Decreto Crescita non ci sarà più, ma Gravina, presidente della Figc, ha spiegato qualcosa in più
Non appena la Legge di Bilancio sarà completa per lo Stato italiano – dovrà avvenire entro il 31 dicembre, come da prassi -, gli effetti positivi del Decreto Crescita sui campionati italiani, e quindi sulla società calcistiche, potrebbero diminuire.
Nella manovra lacrime e sangue, così come era stata anticipata a ottobre dal Consiglio dei ministri, il governo e poi il Parlamento hanno deciso di non tendere una mano al mondo del pallone e neanche al senatore di Forza Italia e presidente della Lazio Claudio Lotito, che si è speso fino alla fine affinché le cose rimanessero com’erano.
In realtà, però, secondo quanto spiegato al termine del Consiglio federale dal numero uno della Figc, Gabriele Gravina, le cose non sono poi così scontate. Difficilmente, è vero, ci sarà una retromarcia da parte del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sugli sgravi fiscali per il calcio, ma qualche notizia positiva per i club della nostra Serie A che dal 2019 godono dell’aiuto dello Stato nel pagare ingaggi (anche pesanti) ai proprio tesserati vi sarà.
A margine del Consiglio federale, in cui sono stati posti altri paletti per il nostro sistema calcistico (e di cui vi parleremo dopo), Gravina ha spiegato che il ministro dello Sport, Andrea Abodi, con cui si è confrontato lunedì e che di fatto è il suo unico interlocutore, gli “ha parlato di una eliminazione della norma in modo graduale”.
Il presidente della Federcalcio, da sempre contrario al Decreto Crescita, ha poi aggiunto che nella scelta si dovranno tenere conto degli effetti che ha generato, e non solo. “L’eliminazione assoluta creerebbe effetti contrari – ha detto – rispetto ai vantaggi ed ai benefici dell’abrogazione”.
“Con Assocalciatori e componenti professionistiche – ha poi proseguito – vogliamo confrontarci per trovare una mediazione”. Insomma: non è ancora detta l’ultima parola. Per quanto riguarda le altre novità, nel Consiglio federale sono state votate all’unanimità nuove licenze che prevedono il blocco del mercato per chi non rispetta l’indice di liquidità.
E stessa punizione anche per chi aderisce alla ristrutturazione del debito e agli strumenti riconosciuti dal Codice per la crisi d’impresa. Si è deciso inoltre di anticipare il termine per l’iscrizione ai campionati professionisti: il 4 giugno per tutti, l’11 per le società finaliste dei play off di Serie B e C.
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