Superlega, il bivio è vicino: la Corte di Giustizia UE decide, Uefa e club ribelli in attesa. Gli scenari possibili e cosa può accadere
La questione Superlega sembra arrivata alla parola fine, in un senso o nell’altro. A circa due anni e mezzo – era il 19 aprile 2021 – dalla fondazione della stessa da parte di 12 club fondatori, domani si pronuncerà la Corte di Giustizia Europea, deputata ad intervenire sui trattati scritti da Paesi membri e garante del diritto comunitario.
Da allora, dei 12 club fondatori, sono rimasti solo Real Madrid e Barcellona con il dietrofront delle altre società, ultima la Juve nell’estate scorsa, impegnata con l’Uefa a trovare un accordo dopo l’inchiesta relativa alle plusvalenze. I due club spagnoli, invece, hanno proseguito su questa strada realizzando anche una Superlega più meritocratica rispetto all’idea originale.
Ben 15 i giudici che avranno tra le mani la possibilità di decidere il futuro del calcio europeo. C’è da stabilire se Fifa e Uefa ostacolano la concorrenza, con Nyon che vedrebbe il suo potere crescere in modo smisurato se dovesse essere confermato lo status quo. Rantos, uno degli avvocati generali della Ue, ha spiegato come sia un atto legittimo da parte della Uefa minacciare esclusioni dei club dalla competizione.
Secondo il greco è compatibile il sistema Uefa-Fifa con la normativa Ue perché le restrizioni avrebbero come principio il conseguire gli obiettivi connessi alla specificità dello sport. Ed a suffragare tale tesi è stato citato anche l’articolo 165 TFUE che spiega la struttura a piramide del modello sportivo europeo.
Superlega, le possibili decisioni della Corte di Giustizia UE
Ma cosa potrebbe accadere ora? I giudici, nella soluzione più drastica, potrebbero decidere come la Uefa violi i principi cardine dell’Ue. Una sentenza, questa, che farebbe crollare il potere di Nyon aprendo scenari del tutto imprevedibili. Due, però, anche le strade intermedie. Da un lato all’Uefa potrebbe essere vietato l’imposizione di sanzioni ai club che hanno aderito alla Superlega, dall’altro Nyon potrebbe perdere il privilegio di gestione del business economico. Una strada, questa, che è propria della Formula 1, con la Fia che non ha parola sui profitti.
Una soluzione di questo piano darebbe maggior forza ai club che potrebbero alzare la voce sulla divisione dei ricchi introiti. molti i club che negli ultimi mesi hanno ascoltato le idee della A22, senza però aderirvi per non indispettire l Uefa. Ecco perché la sentenza di domani sarà decisiva, in un senso o nell’altro. Ceferin, presidente dell’Uefa, è pronto a candidarsi per il quarto mandato e, se dovesse vincere questa battaglia contro la Superlega, avrebbe ancor più potere. In caso contrario, a Nyon vi sarebbe un vero e proprio terremoto.