Pablo Granoche, ex attaccante di Serie A e B, è intervenuto ai microfoni di TVPlay: le sue parole tra episodi e ricordi del passato.
“IL SOPRANNOME EL DIABLO NASCE DAL MESSICO” – “Prima di venire in Italia giocavo al Toluca, una squadra di Serie A messicana, e quella squadra la chiamano i diavoli rossi perché hanno la divisa tutta rossa. Per cui nel 2007 quando arrivai a Trieste un giornalista disse arriva uno dei diavoli rossi del Toluca e da lì è partita tutta la storia”.
“ESSERE LO STRANIERO CON PIU’ GOL IN SERIE B MI FA PIACERE” – “E’ sicuramente un piccolo traguardo raggiunto che mi fa piacere ma sappiamo come i record nel tempo vengono quasi sempre battuti anche se adesso sto un po’ gufando alcuni giocatori”.
“MI MANCA IL RAPPORTO CON I TIFOSI” – “Mi manca il campo, il ricordo più bello è stato il rapporto col pubblico e con la gente soprattutto nel clima della partita ma anche dentro lo spogliatoio con i miei compagni. Di sicuro quello che non mi manca sono i ritiri estivi, queste cose pesanti perché diventava dura sostenerli però devo dire che il contatto con i tifosi, entrare allo stadio e segnare un gol era un bel momento”.
“UNA VOLTA A MODENA SIAMO STATI SCORTATI DALLA POLIZIA” – “Mi ricordo un momento quando non andavamo benissimo col Modena, l’anno successivo alla stagione dove avevamo fatto un playoff importante. C’era stata una contestazione pesante, siamo usciti scortati dalla polizia e anche questo fa parte un po’ del gioco del calcio”.
“IL MIGLIOR ATTACCANTE DELLA SERIE A E’ OSIMHEN” – “Ho un bel dubbio tra Osimhen e Lukaku. hanno caratteristiche diverse ma entrambi sono determinanti per le loro squadre. Lautaro sta facendo una stagione fenomenale però se deve essere sincero e oggi fossi il presidente di una squadra e devo scegliere un attaccante sceglierei più Osimhen”.
“IL RICORDO PIU’ BELLO DELLA MIA CARRIERA E’ STATO L’ESORDIO IN NAZIONALE” – “Sicuramente da uruguagio purtroppo l’unica presenza con la nazionale maggiore che ho fatto nel 2005 è stata la soddisfazione più grande della mia carriera ma credo per la maggior parte dei giocatori soprattutto quelli sudamericani. C’è un attaccamento diverso da quello che uno può percepire in Europa, quando gioca l’Uruguay si ferma completamente il paese qui se gioca la nazionale chiedi a un compagno il risultato e magari non l’ha vista rimanevo spiazzato”.
“IL DIFENSORE PIU’ DIFFICILE CHE HO AFFRONTATO E’ STATO MATERAZZI” – “La coppa centrale dell’Inter Materazzi e Samuel era tosta e dura da affrontare. In quelle partite mi rendevo conto quanta differenza c’è tra un giocatore normale e campioni. Forse però Materazzi anche come fisico era ostico”.