Juventus, c’è un nuovo problema: si chiama indice di liquidità. Ecco quali potrebbero essere le conseguenze sul mercato di gennaio
La scorsa stagione è stata molto difficile, per non dire un incubo. La Juventus è riuscita a mettersela alle spalle nel modo migliore: oggi i bianconeri sono in fuga con l’Inter al vertice della classifica di Serie A, e sembrano i soli veri rivali dei nerazzurri per lo scudetto.
Niente male per una squadra che lo scorso anno ne ha passate di tutti i colori: dalle penalizzazioni in classifica fino all’esclusione dalla Conference League per irregolarità finanziarie. Ma la società ha cambiato pelle e si è rimessa al lavoro affidandosi al nuovo ds Cristiano Giuntoli e una nuova politica economica.
Si andrà avanti con spending review e la valorizzazione dei giovani, ma neanche quest’anno sono mancati gli imprevisti. Sono arrivate come fulmini a ciel sereno le notizie relative a Pogba e Fagioli. Entrambi out per motivi extra calcistici. Il francese fermato per doping e con la carriera a rischio, mentre l’altro centrocampista ha finito anzitempo la sua stagione per il calcioscommesse e la relativa squalifica.
L’allenatore Massimiliano Allegri ha perso due uomini in mediana e la società è al lavoro per prendere almeno un rinforzo a gennaio. Eppure, a poche settimane dall’inizio del mercato, arriva un’altra brutta notizia: la Juventus adesso dovrà fare i conti con l’indice di liquidità, che rischia di condizionare le operazioni di mercato.
Si tratta di un parametro che mette in relazione attività e passività correnti, con l’obiettivo di analizzare la capacità finanziaria di una società per gli impegni relativi ai 12 mesi solari. Se questo parametro non è nei limiti previsti, la Covisoc può bloccare le operazioni di mercato in entrata, e questo vale sia per la sessione estiva che per quella invernale.
Juventus, guai grossi per il mercato di gennaio
Al momento, secondo Gazzetta.it, i conti della Juventus non rientrano e non si potrebbe operare sul mercato. Al 30 settembre la società ha riportato attività correnti per circa 85 milioni e passività correnti per circa 500. L’indicatore di liquidità è quindi inferiore a 0,2. Numero molto distante dallo 0,6 richiesto.
A penalizzare la Juve il “bond” da 175 milioni che scadrà a febbraio (e che non sarà rinnovato) e le rate da pagare per gli acquisti degli anni precedenti (si tratta di ben oltre gli 80 milioni della quota corrente). Per ora la nuova ricapitalizzazione da 200 milioni (la terza in quattro anni) verrà realizzata nel primo quadrimestre del 2024, e quindi non in tempo per sistemare i conti.
La Exor, prima azionista del club, il 27 ottobre ha versato 80 milioni di acconto, con altri 48 entro il 31 dicembre. Si tratta di 128 milioni complessivi, che non basteranno per rientrare nei parametri dell’indicatore di liquidità.
Questo dovrebbe allinearsi solo quando la ricapitalizzazione sarà interamente versata e quando il bond sarà estinto: per la verifica della correttezza dei parametri bisognerà aspettare il prospetto contabile al 31 marzo 2024, con l’obiettivo di poter operare liberamente sul mercato estivo del 2024. Chiaramente, se la Juve vorrà acquistare giocatori a gennaio potrà farlo, ma solo cedendo e reinvestendo subito i soldi ricevuti.