Francesco Calzona, CT della Slovacchia, è intervenuto in diretta ai microfoni di TvPlay.
“QUALIFICAZIONE ALL’EUROPEO GRAZIE ALL’APPLICAZIONE DEI MIEI RAGAZZI” – “La qualificazione all’Europeo è stata un’avventura molto difficile, ma è stato il coronamento di 14 mesi di duro lavoro. Quando sono arrivato ho trovato una Nazionale un po’ demotivata e depressa, infatti all’inizio ho avuto difficoltà a entrare nella loro testa, ma i ragazzi sono stati stupendi nel seguire le mie direttive e alla fine ci siamo tolti delle belle soddisfazioni”.
“ORGOGLIOSO DEI COMPLIMENTI DI UN TECNICO COME ROBERTO MARTINEZ” – “Sì nel girone abbiamo perso solo col Portogallo, ma al di là di questo per me è stato motivo di orgoglio che un grande mister come Martinez abbia lodato la mia squadra per l’atteggiamento che abbiamo avuto”.
“IL SEGRETO PER ARRIVARE IN ALTO E’ PERSEVERARE E NON MOLLARE MAI” – “Bisogna perseverare, non mollare mai, avere voglia di arrivare a tutti i costi ma soprattutto di voler studiare da chi fa già questo mestiere. Io sono stato un calciatore mediocre ma ho sempre avuto in testa di voler arrivare ad alti livelli per cui ho mollato lavoro e famiglia per avventurarmi in questa situazione mettendoci tutto me stesso. Ma non solo. Anche svegliarsi ogni mattina con gli obiettivi ben chiari e la volontà di voler raggiungere le panchine più prestigiose possibile”.
“MAI PENSATO DI ALLENARE IL NAPOLI MA HO SEMPRE BEI RICORDI DELLA CITTA'” – “Non ho pensato di allenare il Napoli perché sono sempre stato preso dalla mia avventura in Nazionale. E’ chiaro però che ho passato quattro anni a Napoli e la considero non più come una società di passaggio ma come un punto di arrivo. Sono stato bene e ho vissuto un periodo bellissimo: ho solo bei ricordi della città e della mia esperienza lì. Quando Garcia è stato sollevato dall’incarico, con Marek Hamsik abbiamo ipotizzato su chi potesse andare sulla panchina partenopea, ma in ogni caso non mi è mai passato per la testa, anche perché è molto difficile che una squadra così importante possa pensare a uno come me”.
“IL CALCIO E’ ANCHE ESTETICA E VOGLIA DI DIVERTIRE I TIFOSI” – “Non riesco a vedere un calcio prettamente difensivo e senza estetica. Io penso che ci sia la necessità di giocare bene a calcio. Se la gente viene allo stadio ma magari tu subisci novanta minuti e fai gol all’ultimo minuto mi viene da pensare che per 89 minuti hai annoiato tutti. La vittoria è la conseguenza del giocare bene e in maniera propositiva. Io mi sono presentato ai giocatori con questa mentalità, e loro si sono messi a disposizione per capire quello che volevo. Non buttiamo mai via il pallone anche in quelle partite in cui eravamo più in sofferenza o in svantaggio. Questi aspetti mi inorgogliscono perché i ragazzi si divertono a giocare in questa maniera, a maggior ragione venendo da una cultura molto difensiva. Poi è chiaro che se l’avversario ti schiaccia nella tua metà campo perché è più forte va bene, ma mai siamo scesi in campo per speculare”.
“ALLEGRI PROPONE UN’IDEA DI CALCIO CHE GLI STA DANDO RAGIONE” – “I risultati stanno dando ragione ad Allegri. Lui porta avanti una filosofia che in questo momento lo sta ripagando con i risultati. Ha questa etichetta perché anche negli anni passati ha sempre proposto un calcio similare e questo significa che crede fortemente in questo tipo di calcio. Ogni allenatore ha le sue caratteristiche, ma la cosa fondamentale è trasmettere il messaggio del calcio che vuoi fare ai tuoi giocatori. Se io dovessi provare a proporre quello che fa Allegri probabilmente non ne sarei capace e viceversa Allegri forse non si sentirebbe a suo agio a proporre un’idea di gioco simile a Spalletti. In ogni caso non gli si può dire nulla. Ha vinto al Milan e alla Juventus e arrivare davanti a tutti non è mai facile”.
“NON C’E’ UN UNICO MODO DI VINCERE CONTA COME RIESCI A TRASMETTERE LA TUA IDEA DI CALCIO” – “Per come vedo io il calcio rispetto le idee di tutti gli allenatori. Tre anni fa sono salite in Serie A Salernitana, Venezia ed Empoli ovvero squadre che proponevano un’idea di gioco diversa l’una dall’altra. Questo dimostra che non c’è un unico modo di vincere o una strada vincente, ma penso che faccia la differenza chi riesce a trasmettere più velocemente la propria idea di calcio. Siamo partiti con 3 mila persone allo stadio, in ambienti molto freddi, e le ultime tre abbiamo fatto sold out: per me è una gioia immensa. A me piace proporre un calcio che sia piacevole e divertente per chi viene allo stadio, che non sia solo la vittoria. La gente non è stupida: se tu proponi un bello spettacolo invogli le persone a seguirti”.
“MOURINHO HA FATTO LA STORIA DI QUESTO SPORT” – “Mourinho ha vinto 33 titoli e chi ha la fortuna e il piacere di averlo come allenatore nella propria squadra è chiaro che attiri gente allo stadio. E’ un personaggio che ha fatto la storia in questo sport, poi i suoi risultati li riesce a raggiungere. In questo momento è nei primi quattro posti in campionato e ha vinto la Conference. Ma non solo. Anche il suo grandissimo passato e la sua capacità di essere un ottimo comunicatore giocano un ruolo decisivo”.
“VENIAMO DA 10 MESI DI LAVORO MOLTO INTENSO IN GIRO PER L’EUROPA” – “In questo momento siamo in un periodo di riposo, però abbiamo passato circa 10 mesi intensi. Abbiamo 25 giocatori che giocano in 16 paesi diversi e abbiamo girato l’Europa in continuazione per tenere sotto controllo oltre 100 calciatori slovacchi. Abbiamo ragazzi che giocano anche in Serie B in Germania, Belgio e Repubblica Ceca. Ormai abbiamo le idee chiare sotto questo aspetto e quindi abbiamo ristretto la cerchia sui convocabili quindi il lavoro è sicuramente più snello in questa fase”.
“NON HO AVUTO PROBLEMI A CONFRONTARMI CON I TOP PLAYER DELLA NAZIONALE” – “Lavorare con grandi tecnici come Sarri, Spalletti e Di Francesco è stata una grande scuola. Lavorare per 15 anni da assistente mi ha aiutato veramente tanto. Non ho avuto problemi a farmi accettare perché con questi allenatori ho sempre lavorato sul campo e mi sono confrontato con grandi campioni come a Napoli. Avere a che fare con Lobotka, Skriniar o Hamsik non è stata una difficoltà per me. I giocatori sono ragazzi intelligenti, ma è chiaro che quello che tu proponi deve avere un senso se no fanno fatica a seguirti”.
“SKRINIAR A LIVELLO CARATTERIALE E’ UNO DEI PIU’ FORTI CHE HO ALLENATO” – “Skriniar è un ragazzo fantastico e caratterialmente è uno dei più forti che ho visto. Era sereno quando si è fatto male, era sereno quando ha vissuto quella situazione con l’Inter. Ha sempre dimostrato di essere anche un grande capitano: in alcune occasioni, quando non era stato convocato, era venuto da Milano solo per far sentire il suo peso all’interno dello spogliatoio. Per me è un onore e un piacere poterlo allenare”.
“HAMSIK HA DATO L’IDEA ALLA FEDERAZIONE SLOVACCA SENZA FARE PRESSIONI” – “L’ho sempre amato sia come calciatore che come persona. Abbiamo lavorato tre anni insieme a Napoli e penso che ci siamo parlati una volta ogni quindici giorni, ma non c’era bisogno delle parole per avere stima reciproca. Una mattina stavo facendo gasolio a un distributore e mi chiamò chiedendomi se mi sarebbe piaciuto allenare la Nazionale slovacca. Io ci pensai qualche minuto e poi gli diedi l’ok. Devo fargli i complimenti perché è stato lui a dare l’idea alla Federazione, poi sono stati loro a decidere senza che lui facesse pressioni”.
“LOBOTKA E JORGINHO SONO DUE GRANDI CALCIATORI” – “Il gioco di mister Spalletti è stato qualcosa di fantastico che ha esaltato le qualità di Lobotka. Secondo me è un centrocampista che deve giocare in un campo ristretto senza avere grandi spazi da coprire e toccare tanti palloni per esprimersi al massimo. Magari con l’atteggiamento che ha avuto il Napoli in questo inizio di stagione è andato in difficoltà. Jorginho? Ha dato il meglio di sé in un Napoli molto compatto che teneva tanto la palla. In una squadra che non ha grandissimo possesso può andare in difficoltà. Parliamo di due grandi calciatori e se potessi li prenderei tutti e due”.
“NELLA MIA SLOVACCHIA CI SONO DIVERSI GIOCATORI CHE POSSONO FARE BENE IN ITALIA” – “Io penso che ci siano diversi calciatori della Nazionale slovacca che potrebbero fare molto bene sia in Italia che in Premier League. Parlo di Vavro o Hancko: sono due difensori strutturati, forti fisicamente ma molto veloci. Hancko era già stato in Italia a 20 anni, ma ebbe delle difficoltà perché arrivò direttamente dal campionato slovacco che è molto inferiore rispetto alla Serie A. Con me sta giocando difensore centrale mancino e mi ha impressionato, anche se ora sarebbe più pronto per giocare da terzino sinistro nel nostro campionato. Poi abbiamo anche Sauer che è un 2005 molto interessante che gioca nel Feyenoord”.
“LA STAGIONE DELLA LAZIO NON E’ FALLIMENTARE” – “Il problema della Lazio è stato il secondo posto dell’anno scorso. Il valore della squadra forse non era così importante ma varie vicissitudini hanno fatto sì che i biancocelesti siano riusciti a posizionarsi così in alto. La Lazio deve sognare di arrivare tra le prime quattro. Forse le aspettative si sono molto alzate creando poi un po’ di delusione. Sono a 4 punti dal quarto posto e sono passati agli ottavi di Champions. Non è un’annata fallimentare e bisogna valutare le squadre anche sotto altri aspetti”.